"Fronte comune per l’arretramento ferroviario"

Tanti sindaci marchigiani si mostrano a favore di tale soluzione per scongiurare l’incremento del traffico merci a ridosso di coste e città

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di Giacomo Giampieri

Da Falconara, dove peraltro è iniziata la battaglia contro il celeberrimo muro sul mare, passando per alcuni comuni della provincia e arrivando a quelli a nord e sud delle Marche: si alza una voce unanime. "No ad un intervento che scarichi tutto il traffico merci sui quartieri delle nostre città. Sì, invece, ad un vero potenziamento e velocizzazione della ferrovia adriatica che valorizzi i nostri territori dal punto di vista turistico, adottando anche la soluzione dell’arretramento e dell’alta velocità". È il parere condiviso dai sindaci Nicola Barbieri di Mondolfo Marotta, Massimo Olivetti di Senigallia, Stefania Signorini di Falconara, Fabrizio Ciarapica di Civitanova Marche, Nazzareno Franchellucci di Porto Sant’Elpidio, Nicola Loira di Porto San Giorgio, Paolo Calcinaro di Fermo, Vincenzo Berdini di Pedaso, Alessio Piersimoni di Cupra Marittima e Antonio Spazzafumo di San Benedetto del Tronto (ma è probabile l’adesione di altri colleghi): "Ogni intervento però - sostengono - deve essere valutato in una visione complessiva delle infrastrutture, tale da non precludere lo sviluppo di chi vive ed opera lungo la dorsale adriatica".

Di questo hanno discusso in una riunione in Regione del 30 marzo scosso, dove i primi cittadini, con l’intesa del Governo marchigiano, hanno ribadito la necessità di fare squadra nei confronti del Ministero, onde evitare "fughe in avanti e sortite individualistiche che non tengano conto di una visione complessiva per tutte le Marche", aggiungono. "Abbiamo condiviso la grande preoccupazione per l’impatto che il trasporto merci lungo l’Adriatico possa avere in base alle stime individuate dal Ministero, che parlano di 176 treni merci al giorno, uno ogni 8 minuti. È inaccettabile, infatti, che si scarichi sulla dorsale adriatica tutto il traffico merci italiano dei porti di Gioia Tauro e Taranto, impattando sul trasporto pubblico locale e sulla vocazione turistica dei nostri territori". Esprimono poi soddisfazione per la forma partecipata di affrontare insieme la partita. "Quello che ci viene proposto dal Ministero non può essere la soluzione ai problemi infrastrutturali della nostra regione, perché farebbe delle Marche solo una terra di passaggio per migliaia di treni merci all’anno, generando un danno irreversibile per lo sviluppo - spiegano -. La prospettiva di arretramento del tracciato dev’essere un beneficio per tutti i cittadini marchigiani, anche se ci sarebbero da verificare le conseguenze di una soluzione che preveda opere a forte impatto sul paesaggio, come viadotti e gallerie". La chiave, per i sindaci, è arrivare a proporre "un progetto complessivo, che preveda il giusto equilibrio tra le esigenze del trasporto merci nazionale e gli interessi di sviluppo dei territori costieri, con una particolare attenzione alle esigenze del trasporto pubblico locale e al turismo. L’arretramento dei binari a livello regionale è un obiettivo da raggiungere, ma occorre tener conto che l’eventuale smantellamento della linea attuale andrebbe compensato con interventi che valorizzino il trasporto pubblico locale, le spiagge marchigiane ed i centri storici di tutte le città costiere, generando uno sviluppo esponenziale del turismo e la possibilità per i Comuni di riprogettare i propri territori".

Ma non solo. "Sarebbe miope non cogliere questa opportunità e accontentarsi di un arretramento limitato al territorio di Pesaro, con un impatto problematico nella zona del rientro lungo il tracciato attuale. Quello che chiediamo, in questo percorso, è di dare a tutti i cittadini marchigiani una prospettiva: in attesa che l’incremento di trasporto su ferro diventi effettivo, prima che gli abitanti e i turisti della costa a sud di Pesaro si trovino materialmente a subire il continuo transito di convogli merci, vanno individuati progetti e finanziamenti per una nuova infrastruttura senza campanilismi o sortite individualistiche".