Il ballo di migliaia di preferenze

Il centrodestra si è aggiudicato il primo turno in maniera incontrovertibile. Lo dicono i numeri, buonissimi per la coalizione a sostegno di Daniele Silvetti, meno buoni per centrosinistra e Altra Idea di Città, pessimi, anzi tragici per i grillini. Il confronto con voti e percentuali dei quattro blocchi principali tra il 2023 e la precedente tornata nel 2018, per alcuni è impietoso. Cinque anni fa (totale votanti 43.273), secondo mandato di Valeria Mancinelli, la sua coalizione si aggiudicò oltre 20mila voti, 20.738 per la precisione, staccando di netto il centrodestra e l’allora candidato Stefano Tombolini, fermi a 12.908; in un lustro il centrodestra è arrivato a sfiorare i 20mila voti e i rivali a perderne quasi 3mila. Mentre Francesco Rubini e Altra Idea di Città si sono confermati (2.830 voti nel 2018 e 2.660 l’altro ieri), un’emorragia di consensi ha travolto i grillini: da 7.397 a 1.584 voti. Persi per strada quasi 6mila voti. Un altro dato numerico che colpisce sono i tre più votati di FdI. Giovanni Zinni e Francesco Bastianelli erano entrati in consiglio nel 2009 con oltre 500 preferenze: 14 anni dopo sono tornati a fare politica diretta e adesso tornano con lo stesso, quasi identico, numero di voti. Il terzo allora era stato Stefano Benvenuti Gostoli con 400 voti: Angelo Eliantonio ne ha portati a casa 401. Quando si dice la fidelizzazione dei consensi.