"Il festival di Sanremo visto dalla psicologia. Amadeus come Re Artù"

Sanremo 2024 è una festa di popolo catartica e liberatoria, in cui i giovani artisti sono protagonisti e promuovono messaggi di pace e amore. La competizione musicale rappresenta una sfida generazionale in cui i senior guardano con simpatia i junior. La manifestazione è un momento di unione e di rinnovamento in un'epoca tempestosa.

"Da psicologo non posso esimermi da un’analisi dell’epifenomeno sociale Sanremo 2024, perché ritengo sia di svolta: una vera festa di popolo, catartica di cui si ha bisogno in un’epoca così tempestosa come quella attuale. Sanremo, la novella Camelot in cui il re Artù, Amadeus, guida le gesta dei suoi moderni cavalieri, i cantanti che si sfidano a singolar tenzione nei tornei quotidiani, chiamando a sostegno compagni di ventura nella giornnata clou delle cover, in un agone ancor più serrato e apprezzato dal pubblico presente e dal popolo dei social. E Lancillotto, Fiorello, il giullare, il menestrello sempre pronto a sostenere le performance dei cavalieri con improvvisate, celie e astuzie e a rintuzzare gli enstusiasmi del popolo accorso in frotte ad incoraggiare i propri beniamini. In questa scena regale anche Ginevra assolve al suo compito di presenza aristocratoca, silente e indagatrice, con prole. E qui, non manca neppure la famiglia di Lancillotto ad incoraggiarlo nelle sue prodi imprese. I 30 cavalieri della tavola rotonda, odierni novellatori raccontano la realtà con gli stili più singolari: melodico, rap, rock, punk in una sfida generazionale davvero inedita, dove i senior guardano con simpatia gli junior, carichi di una rinnovata grinta quasi sessantottina. Dalla favola la realtà. Una festa di popolo in cui i giovani sono finalmente tornati protagonisti, capaci di predersi la scena intera, pronti ad usare musica, creatività e parola per rinnovare questo mondo asfittico, alle prese con guerre, calamità, epidemie, esodi biblici. Non possono cadere nel vuoto le chiose finali di tanti giovani artisti con appelli alla pace, alla fraternità, all’amore. Quell’amore smisurato che il prof Vecchioni mostra ad Alfa, come ad un suo giovane studente donandogli spigolature di vita vissuta e cultura. Un vero cammeo di umanità, analogo a quello della Bertè che esprime una nuova intrepida giovinezza, analizzandosi e perdonandosi. La Mannoia poi, altro cammeo magistrale, in cui la maturità professionale si coniuga con l’eleganza inaudita: il portamento, l’interpretazione, il carisma a corollario della musica. La forza di Emma, l’esuberanza di Annalisa e la completezza artistica e umana di Angelina Mango, la cui vittoria ricorda la famiglia. E poi, la bellezza, l’eleganza, la bravura artistica largamente profuse dalle giovani e dai giovani interpreti, che in Bolle ha raggiunto l’apice della grazia. Una festa catartica e liberatoria dove baci e abbracci si moltiplicano per la apce che i giovani si impegnano a costruire con lena".

Giordano Pierlorenzi