
I vigili del fuoco arrivati alla Edilcost per spegnere il grosso incendio
Nessuna responsabilità nell’incendio della ex Edilcost per le ditte e gli operai che stavano lavorando al sito per smantellare l’area che era stata per anni sede dell’impresa edile. Il tribunale di Ancona ieri ha assolto tutti e quattro gli imputati accusati di combustione illecita di rifiuti in concorso. "Il fatto non sussiste" ha deciso il giudice Carlo Cimini dopo aver ascoltato la requisitoria della Procura e le arringhe delle difese che hanno spiegato come i propri assistiti si trovavano lì per effettuare un’opera di pulizia, uno addirittura nemmeno c’era perché era andato al bar a prendere i panini per gli altri, e nessuno si era sognato di dar fuoco al materiale in gran parte già accatastato. Il sito, in via della Ferrovia, al confine con il quartiere di Vallemiano, era in forte stato di abbandono, era diventato una discarica a cielo aperto in quel periodo, con cumuli di rifiuti di ogni genere. Quando la proprietà aveva deciso di smantellarli era scoppiato un incendio di vaste proporzioni e che solo i vigili del fuoco erano riusciti a spegnere a fatica.
Era il pomeriggio del 29 gennaio del 2018 quando la ex Edilcost ha preso fuoco. Il processo, a carico dei quattro imputati, era iniziato questa estate. La Procura aveva ritenuto che dietro quell’incendio non c’era nulla di accidentale ma sarebbe stato appiccato per smaltire prima rifiuti anche pericolosi che avrebbero richiesto un trattamento più lungo e oneroso in termini di costi economici. Gli imputati assolti sono i ravennati Stefano Bezzi, 48 anni, legale rappresentante della "Bezzi Commerciale Sas" delegata dalla proprietà dell’area (la Frae Leasing Spa, una società di leasing che aveva acquisito il sito dopo il fallimento della Edilcost, impresa di costruzioni) ad effettuare una bonifica per i materiali di scarto che ignoti avevano abbandonato nel tempo all’interno della zona (poco ben recintata) e Luca Baccarani, 27 anni, un ex studente reclutato solo per quel giorno da Bezzi per aiutare a ripulire il sito, l’osimano Marco Battaglini, 63 anni e il romeno Cristian Roibu Toma, 41 anni, operaio di una società incaricata per le operazioni di bonifica (la Montegallo Energy srl).
Stando alla pubblica accusa tutti e quattro avrebbero concorso a bruciare l’accatastamento del materiale, 250 metri cubi, invece di procedere alla normale raccolta e stoccaggio con specifico trasporto e smaltimento di rifiuti pericolosi e non. Ma per il giudice i quattro non sono stati responsabili. Durante i primi accertamenti effettuati dai carabinieri era emerso che era stato acceso un falò con del legno per riscaldarsi e che le fiamme erano poi arrivate ai rifiuti. Si era parlato anche di una pala del bobcat che nell’attrito aveva fatto una scintilla facendo partire le fiamme. I carabinieri sentiti in una precedente udienza, avevano escluso l’origine accidentale del rogo per come avevano trovato lo stato dei luoghi. Un addetto dell’Arpam si era occupato di catalogare i rifiuti presenti ravvisando anche la presenza di materiale pericoloso.