Il rispetto per la storia viene prima di tutto

Il calcio dell'Ancona suscita indignazione sui social per la gestione critica del club. I giocatori, non sempre consapevoli, si trovano al centro delle critiche per comportamenti poco opportuni. La situazione richiede rispetto per il simbolo cittadino.

Massaro

Il consiglio è quello di dar retta il giusto ai social. Ma è anche vero che non si può far finta di niente, sono ormai parte integrante del nostro vissuto. E cosa dicono a proposito dell’Ancona? Schiumano rabbia. La maggior parte dei commenti (sul sito del club, ma anche nei gruppi aperti sul web), è di indignazione per quello che si sta vedendo. Quando le cose vanno male, il fiume è in piena. La società inesistente, col presidente che non si presenta all’appuntamento dal sindaco per il centro sportivo, il direttore sportivo che si dimette, ben due allenatori esonerati in una stagione, il mercato sbagliato, la squadra carente sotto il profilo tecnico e di personalità. E i giocatori? Qualcuno evidentemente non si rende conto della situazione. E si comporta come nulla fosse. Legittimo, per carità, farsi gli affari propri. Ma in un momento del genere è proprio necessario farsi vedere in discoteca col sorriso stampato in faccia e all’ora della partita della propria squadra a Pontedera, beatamente a godersi il sole di Portonovo in dolce compagnia? Non c’è da fare i bacchettoni: i giocatori di calcio sono giovani, hanno voglia di divertirsi come tutti, specie quando non sono impegnati. Il discorso semmai è di opportunità in questo momento. Stiamo parlando di calcio, è vero. Ma l’Ancona è il simbolo di una città. E bisogna averne rispetto. Sempre.