Il ritorno di Becchetti: da Spacca ad Acquaroli

Dopo aver ricoperto per dieci anni l’incarico di capo di gabinetto per l’ex governatore fabrianese ora è in pole per lo stesso ruolo ma con un presidente di centrodestra. Al momento è manager per una società specializzata in corsi di formazione e lavoro digitale

Migration

È un po’ come se Rocco Casalino divenisse portavoce di Silvio Berlusconi o Adriano Galliani general manager dell’Inter. Qualcosa del genere, nel suo piccolo, starebbe per succedere anche nella politica di casa nostra, tipo passare da capo di gabinetto di due Giunte di centrosinistra a (forse) un ruolo importante, se non identico, nella prima, storica legistratura della destra marchigiana. L’uomo forte che travalica i confini degli schieramenti porta il nome del fabrianese Mario Becchetti, professione manager di una società specializzata in corsi di formazione e lavoro digitale, ma noto a Palazzo Raffaello per essere stato al fianco di Gian Mario Spacca per dieci anni proprio come capo di gabinetto. Dalle parti di via Gentile per anni si è sussurrata la famosa frase: "Cerchi Spacca? Parla con Becchetti, è lui che guida la nave". Fossimo stati in azienda, insomma, un amministratore delegato esperto e con ampi margini di manovra (ha coordinato anche i rapporti con il Governo centrale di Roma e l’Unione Europea a Bruxelles), che, ovviamente, nel 2015 era in prima linea a sostegno del suo mentore concittadino, quando Spacca ha deciso di tentare la corsa per il terzo mandato. Andò male, perché l’ex governatore non fu rieletto e in quel caso Spacca, sempre spalleggiato dallo storico braccio destro Becchetti, finì addirittura quarto dietro anche a Francesco Acquaroli, all’epoca in lizza per Fratelli d’Italia. Rivali cinque anni fa e, molto probabilmente, pronti ad unirsi in matrimonio politico-dirigenziale tra pochi giorni. Magari proprio con la nomina di capo di gabinetto o in alternativa una poltrona pesante sulla tolda di comando di una delle società controllate. "Grazie, non ho nulla da dire", spiega lui al Carlino in avvio di una ben più lunga conversazione che resta privata e da cui, comunque, emerge con forza il suo sentirsi totalmente tecnico e non politico, quindi sostanzialmente con la coscienza pulita. Di certo c’è che la scintilla con il neo governatore era scattata già da settimane, al punto che proprio Becchetti ha deciso di esporsi nei giorni immediatamente precedenti al voto, pubblicando sui suoi profili social la foto insieme ad Acquaroli. Indizio vacuo? Neanche tanto, se si considera che dall’entourage del presidente filtrano messaggi di forte apprezzamento per quello che viene considerato un profilo probabilmente perfetto per ruoli chiave dove competenza ed esperienza sono essenziali. E lì sono tutti d’accordo, con buona pace di chi pensa ancora che la politica non sia l’arte del possibile. Alessandro Di Marco