Cresce la protesta contro il banchinamento del Molo Clementino per l’attracco delle grandi navi: erano oltre 500 ieri pomeriggio i cittadini che si sono riuniti in corteo e hanno sfilato, con cartelli e striscioni, da piazza Pertini fino alla Fontana dei Due Soli al porto antico, cuore della contestazione organizzata dalla piattaforma "Ancona: porto, ambiente salute lavoro".
"Non uccidete la nostra città" il grido di protesta dei partecipanti, sempre più preoccupati per l’impatto ambientale e sociale del progetto. "I fumi ci uccidono, letteralmente", recitava uno degli striscioni, ricordando come le navi da crociera che approderanno così vicino al centro città possano aumentare i già alti livelli di inquinamento, responsabili di almeno 110 morti premature sospette ogni anno (secondo i dati del Pia curato dal professor Bonifazi). Ma non è solo una questione di salute pubblica. "Questo porto non può diventare un enorme scalo privato pericoloso ed esclusivo – sottolineano i manifestanti – il Molo Clementino, con le sue storiche architetture, è considerato uno dei luoghi più iconici di Ancona. Qui si deve poter passeggiare, prendere un aperitivo, non convivere con navi giganti e l’inquinamento che inevitabilmente portano con sé".
Le critiche si sono allargate anche agli aspetti economici. "Non crediamo più alla favola del crocierista che porta soldi – ha dichiarato il portavoce di Altra Idea di Città Giacomo Zacconi – solo il 40% dei turisti scende dalle navi, e quei pochi che lo fanno spendono cifre minime. Amsterdam e Barcellona stanno cacciando queste navi, perché noi dovremmo accettarle?". Altro tema caldo lo spreco di risorse. Come sottolineano i manifestanti ogni nave scaricherà quintali di rifiuti nel porto e si approvvigionerà di oltre 600 metri cubi d’acqua tre volte a settimana, da aprile a ottobre. Un impatto che preoccupa sia dal punto di vista ecologico che logistico. Il corteo, colorato e partecipato e accompagnato dalla musica ha rappresentato un forte messaggio soprattutto per l’Autorità Portuale che sta portando avanti il progetto di banchinamento come opportunità di sviluppo. "Noi crediamo che il corso delle cose possa ancora cambiare" hanno ribadito gli organizzatori, sottolineando l’importanza di difendere l’identità storica e ambientale di Ancona. La manifestazione si è conclusa senza incidenti, ma con una chiara richiesta: ripensare un progetto che rischia di compromettere la vivibilità della città e la salute dei suoi abitanti. La protesta è solo l’ultima di una serie di azioni organizzate contro il progetto. La piattaforma "Ancona: porto, ambiente salute lavoro" ha già raccolto oltre 1500 firme per opporsi alla costruzione della banchina. Il progetto è attualmente in attesa del nullaosta del Ministero.
Ilaria Traditi