Jesi, 64enne si innamora a distanza e perde quasi 10mila euro

La donna, raggirata da mesi, si è rivolta ai poliziotti che hanno trovato e denunciato un 65enne napoletano che si era spacciato per un cittadino francese titolare di una concessionaria a Tolosa

In azione i poliziotti del commissariato jesino

In azione i poliziotti del commissariato jesino

Jesi (Ancona), 6 maggio 2024 – Intrattiene una relazione a distanza con un uomo he riesce a spillarle quasi 10mila euro con la promessa di andare da lei e restituirle i soldi ‘prestati’. La polizia avvia le indagini e arriva a denunciare per truffa un 65enne napoletano. La vittima, una donna 64enne, nel mese di marzo si è presentata in commissariato, riferendo di essere titolare di un profilo Instagram e che a maggio dello scorso anno era stata contattata da un utente dello stesso social. Con l’uomo, era iniziato uno scambio di messaggi da cui la donna aveva creduto che l’uomo fosse cittadino francese titolare di una concessionaria e di vivere stabilmente a Tolosa. Nei giorni successivi l’uomo la informava che la madre era deceduta lasciandogli in eredità una casa in Marocco dove avrebbe dovuto recarsi per venderla. Poco tempo dopo, la ricontattava dicendole di trovarsi in Marocco col figlio minore e di avere problemi con la sua carta di credito in quanto, essendo fuori Europa, gli era stata bloccata. Per questo le chiedeva la cortesia di un prestito di 500 euro, adducendo la scusa di dover acquistare i biglietti aerei per lui e il figlio con la promessa che sarebbe venuto presto in Italia per conoscerla e restituirle i soldi. La donna, credendo nel legame affettivo che si era creato con l’uomo, gli ha inviato la somma tramite ‘Moneygram’ con indicazione della Svizzera quale Paese di destinazione della somma. Nei giorni successivi, l’uomo le ha scritto di trovarsi all’aeroporto del Marocco col figlio e di essere stati bloccati dalla polizia del posto in quanto non avevano abbastanza soldi al seguito per lasciare il Paese. Così le ha chiesto ancora una volta la somma di mille euro con la solita promessa che in Italia le avrebbe restituito tutto. La donna ha effettuato il pagamento a favore dell’uomo, con disposizione di ritiro della somma allo sportello di Losanna. Nei giorni successivi, adducendo nuove scuse, l’uomo avanzava nuove richieste di dazione di denaro, pregando la donna di non lasciarlo in una situazione disperata. La donna, mossa dai suoi sentimenti, acconsentiva provvedendo tramite diverse ricariche e bonifici a versare la somma di oltre 8mila euro. All’ennesima richiesta di denaro, la donna si è resa conto d’essere stata solo raggirata e che l’uomo aveva fatto leva sui sinceri sentimenti di lei. Ha così smesso di inviargli il denaro. A questo punto l’uomo, per carpirne ancora la fiducia, le chiedeva di inviargli la sua carta d’identità sì da attivare a suo nome una carta di credito ove le avrebbe accreditato tutti i soldi prestati. La donna, sperando di recuperare il denaro ha acconsentito. Effettivamente, nei giorni successivi riceveva a mezzo posta una carta Visa con codice di prelievo. La donna, tentava di prelevare i soldi ma riusciva a recuperare solo 70 euro, dopodichè la carta risultava bloccata. Chieste spiegazioni all’uomo, questi ribatteva che per lo sblocco avrebbe dovuto pagare 15mila euro. A quel punto la donna ha interrotto i contatti definitivamente e si è rivolta alla polizia. Gli accertamenti espletati dai poliziotti del commissariato hanno consentito di addivenire all’intestatario della carta Postepay ove erano confluite parte delle somme: un individuo napoletano che raggiunto dalla polizia del posto su delega del commissariato è stato denunciato all’autorità competente per truffa. Il dirigente del commissariato vice questore Paolo Arena, invita le vittime a denunciare tempestivamente casi sospetti, a non fidarsi delle apparenze e, semmai a chiedere preventivamente lumi e consigli alla polizia di Stato per non incappare nella trappola degli artifizi e raggiri messi in atto dai truffatori che, in modo subdolo, cercano di carpire la fiducia di persone vulnerabili. “Nel dubbio…chiamate prima la polizia di Stato” dice il commissario Arena.