JP Fabriano licenzia 343 lavoratori, assemblea infuocata

"Un progetto irricevibile": è la stilettata dei sindacati confederali che hanno incontrato i lavoratori nello stabilimento di Santa Maria

Un momento dell'assemblea tra sindacati e lavoratori

Un momento dell'assemblea tra sindacati e lavoratori

Fabriano (Ancona), 5 febbraio 2020 - "Così come l'abbiamo letto sul Carlino senza che ci sia stato nemmeno presentato, è un progetto irricevibile assolutamente da modificare". È la stilettata dei sindacati confederali durante la calda assemblea del pomeriggio di oggi, mercoledì, con i lavoratori della Jp nello stabilimento di Santa Maria, forse l'unico dei tre siti produttivi che rimarrà operativo con la nuova società sempre guidata dall'imprenditore Giovanni Porcarelli, destinata a prendere il posto della stessa Jp, portando con sé 250 dei 593 lavoratori attuali. Incertezza, disorientamento e rabbia sono i sentimenti che si incrociano tra i lavoratori dell'azienda, in attesa del pronunciamento del Tribunale fallimentare sull'accettazione del piano industriale che prevede la ripartenza a ranghi ridotti.

"Nel prossimo incontro del 17 febbraio andremo finalmente a vedere le carte in mano a Porcarelli", annunciano Giampiero Santoni (Fim-Cisl), Pierpaolo Pullini (Fiom-Cgil) e Isabella Gentilucci (Uilm-Uil) in coda alla riunione che apre una fase estremamente calda della vertenza. Possibile il coinvolgimento delle istituzioni e non si escludono forti forme di protesta qualora non si trovi un'intesa. "Chi e come verrà scelto per continuare a lavorare?", "Quando ci verranno pagati i nostri consistenti arretrati?", "La cassa integrazione per chi non viene selezionato andrà avanti anche oltre il mese di luglio?": sono solo alcune delle domande, ancora senza risposte definitive, dei dipendenti dell'azienda di elettrodomestici chiamata ad affrontare un forte restringimento del perimetro operativo, sempre che appunto arrivi il via libera dal Tribunale.

Chi resta sarebbe quindi assunto dalla nascente società sempre guidata da Porcarelli, mentre per quanti non verranno inseriti in organico si prospetta il paracadute della cassa integrazione straordinaria fino a quando verrà concesso dal Governo (attualmente l'ammortizzatore sociale é certo fino al mese di luglio compreso), per poi passare ai due anni di disoccupazione Naspi. Il piano di ristrutturazione prevede l'accordo con i creditori per ottenere l'accesso al concordato, ma anche un impegno industriale con i due marchi - lo storico Ardo e Seppelfricke - sui quali incentrare la sfida destinata ai mercati europei, arabi e asiatici, sviluppando la produzione di una trentina di modelli differenti tutti di alta qualità tra lavastoviglie, lavatrici, frigoriferi e un macchinario per la distribuzione automatica di pasti caldi.

"Il piano varato - sostiene Porcarelli - è oggettivamente strutturato in modo da consentirne la realizzazione, in quanto ho anche personalmente assunto e garantito l'impegno di finanziare il progetto della newco che continuerà ad operare. È sottinteso che a giocare un ruolo determinante sulla concretizzazione degli obiettivi sarà il fattore tempo, essendo fondamentale che la società chiamata proseguire le attività di impresa possa iniziare il proprio percorso entro qualche settimana". Ma i tagli al personale in arrivo inevitabilmente scuotono le istituzioni. "La politica, anche a livello amministrativo comunale - sostiene Andrea Giombi di 'Fabriano Progressista' - non può solo stare a guardare questo ennesimo dramma sociale. E l'utilizzo che si è fatto degli ammortizzatori sociali non può sottrarre chi ha delle responsabilità di governo nel tutelare queste persone. Persone, appunto, e non semplici numeri".