"La guerra è una follia, Ancona ha fatto tanto Più di 100 famiglie accolgono 50 ucraini"

Il vescovo di Ancona-Osimo, monsignor Spina: "Finalmente una Pasqua in presenza, il Covid ha lasciato ferite di chiusura"

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di Claudio Desideri

Questa Pasqua 2022 torna, dopo due anni, ad essere vissuta con le celebrazioni in presenza dei fedeli ma in un momento veramente difficile per tutta l’umanità alle prese con le guerre, le malattie e le molte difficoltà di questo secolo.In questo giorno, che è il più importante per la cristianità, il Carlino ne ha parlato con l’Arcivescovo metropolita di Ancona Osimo, Mons.Angelo Spina.

Monsignore, dopo due anni si torna a celebrare la Pasqua come prima della pandemia

"Finalmente si può celebrare in presenza senza limite di numero. Con tutte le precauzioni necessarie come la mascherina e la sanificazione. I fedeli appena ricevuta la notizia hanno subito avviato una partecipazione più massiccia".

Siamo cambiati in questi due anni?

"Certamente perché il covid ci ha posto grandi interrogativi sulla vita, sulla nostra fragilità e sui nostri limiti. C’è stata anche la spinta ad aiutarci l’uno con l’altro. Ma il Covid ci ha lasciato anche ferite di chiusura e incomprensione ma la fede ci invita a guardare avanti con speranza. Siamo tutti connessi e ci dobbiamo aiutare gli uni con gli altri"

Il mondo ha bisogno di amore e di pace ma sembra impossibile averli

"Noi cerchiamo la pace e l’amore nel posto sbagliato. Pace e amore vengono dal Crocifisso dove Cristo ha spezzato il veleno dell’odio, della violenza, del risentimento e del rancore. Sulla Croce Gesù non salva se stesso ma gli altri, noi, e dalla Croce dice le parole più belle. Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno. Dalla Croce nasce il perdono e la pace perché senza perdono non può esserci la pace"

Questi sono tempi duri e difficili, come affrontarli?

"Con il binario della ragione e della fede che non si scontrano ma sono come due ali che permettono di volare. Con una sola ala non si vola. E’ il momento di ritrovare la fiducia in se stessi, nell’umanità e in Dio"

La guerra in Ucraina ci porta di fronte al dolore di tanti esseri umani che vanno aiutati ed accolti

"La guerra è terribile, una follia. Nella nostra Diocesi ci sono stati cuori aperti e case aperte. Dal momento che è partita l’invasione da parte della Russia all’Ucraina, abbiamo subito celebrato una messa con gli ucraini di Ancona, si è aperta una catena per raccogliere quanto fosse necessario da inviare alle popolazioni assalite e si è chiesto ai fedeli di accogliere i profughi della guerra. Più di cento famiglie si sono rese disponibili e attualmente stiamo ospitando cinquanta persone"

La Via Crucis è stata animata da testimonianze legate alle sofferenze di questi tempi

"La via della Croce di Dio che si è fatto uomo, é per dirci che cosa è l’amore. Oggi l’umanità ha la sua Via Crucis della fame, della guerra, delle malattie, della mancanza del lavoro, delle divisioni. Dove c’è la guerra, l’odio, dove le donne e i bambini vengono feriti, dove un uomo spara ad un altro uomo, suo fratello, li Cristo è crocifisso".

Quale augurio rivolge ad Ancona e agli anconetani?

"L’augurio più bello è l’annuncio della Pasqua: Cristo è risorto, è vivo, ci vuole vivi e ci fa tutti i doni della Pasqua che sono sintetizzati nella parola ebraica Shalom, Una parola che significa ’tutti i beni’ che tradotto significa Dio. L’augurio più bello che faccio è l’augurio di un passaggio di vita, da una vita spenta spiritualmente ad una vita accesa, dalla chiusura nell’io alla apertura al noi".