La ricetta della Regione: "Meno burocrazia, più bandi"

Intervista all’assessore Antonini: "Una bella scossa ogni tanto ci vuole"

La ricetta della Regione: "Meno burocrazia, più bandi"

La ricetta della Regione: "Meno burocrazia, più bandi"

"Sulle decisioni dell’Europa non possiamo incidere purtroppo, ma stiamo lavorando per ridurre la burocrazia e sostenere l’agricoltura locale tramite i bandi". Così l’assessore regionale all’agricoltura Andrea Maria Antonini.

Assessore Antonini, le strade marchigiane e quelle romane sono state invase dagli agricoltori anche marchigiani, che ne pensa?

"Il 2023 è stato un anno tremendo per l’agricoltura italiana e marchigiana. Abbiamo riduzioni incredibili dei raccolti, tra cui l’olio d’oliva. L’aumento dei costi energetici, la speculazione della filiera commerciale per cui i prodotti vedono aumentare il prezzo sul mercato ma non quello pagato al produttore. E ora la Pac che in alcuni casi prevede dimezzamenti dei contributi che arrivano dall’Europa. La contribuzione poi ora è vincolata a degli ecoschemi che di fatto portano ad una riduzione sostanziale dei fondi. Si chiede agli agricoltori di cambiare un sistema quindi di investire senza però supportarli adeguatamente. A volte sono decisioni che rispondono più all’ideologia".

Dunque condivide la protesta dei trattori?

"Sono vicino agli agricoltori e una bella scossa ogni tanto ci vuole, ma dobbiamo comunque muoverci nel campo istituzionale".

La Regione cosa sta facendo? "Abbiamo aumentato le indennità compensative di 50 euro ad ettaro. Potrebbe sembrare poco ma per le Marche sono 5 milioni di euro. Inoltre portiamo avanti l’interlocuzione con il governo. Stiamo portando sul tavolo una misura che prevede uno stanziamento di 10 milioni di euro per sostenere il credito, per abbattimento tassi di interesse e se possibile anche per una garanzia sui tassi di interesse. Una misura che stiamo introducendo perchè stimolati dalle associazioni".

Cosa vorrebbe far capire all’Europa?

"Che a prevalere dovrebbe essere il buonsenso, non l’ideologia. Ad esempio quando noi facciamo venire i mirtilli dal Cile e li mangiamo fuori stagione, non solo prendiamo un prodotto che non sappiamo come è stato trattato, mentre in Italia ci sono delle regole ben precise. Prendiamo anche dei prodotti che si fanno migliaia di chilometri per via aerea, tra le più inquinanti. Quindi creiamo un sistema di inquinamento che è più forte rispetto a quello che noi Europa vogliamo combattere sui nostri territori dove gli agricoltori sono custodi del loro ambiente. In più così non facciamo crescere la nostra economia locale".

Sara Ferreri