"Le nostre retribuzioni sotto la media nazionale"

Le retribuzioni dei lavoratori metalmeccanici nelle Marche sono inferiori del 14,6% rispetto alla media nazionale. La Fiom Cgil annuncia proposte per aumentare i salari e affrontare la deindustrializzazione.

"Le nostre retribuzioni sotto la media nazionale"

"Le nostre retribuzioni sotto la media nazionale"

"Le retribuzioni dei lavoratori nel settore metalmeccanico delle Marche sono inferiori rispetto alla media nazionale del 14,6%. Siamo a 27mila euro lordi contro il dato Italia che parla di 32mila". Così Sara Galassi segretaria generale Fiom Cgil Ancona annuncia l’assemblea che si terrà domani alla fiera della pesca con Michele De Palma, segretario generale della Fiom Cgil.

Galassi, gli operai del metalmeccanico marchigiani sono tra i più poveri d’Italia?

"Sostanzialmente sì, sotto le Marche vi sono solo le regioni del Sud: oltre all’Umbria ci sono infatti: Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Calabria e Basilicata. E anche all’interno delle Marche ci sono forti differenze: la retribuzione è più alta al nord: a Pesaro è di 28mila euro lordi ad Ancona scende a 26mila, a Macerata a 24, ad Ascoli Piceno 25".

Le vostre proposte?

"L’aumento di 280 euro in busta paga nel triennio che se avremo l’ok dell’assemblea presenteremo a Federmeccanica. Abiamo pronte le nostre proposte per il rinnovo del contratto in scadenza a giugno per tutelare i salari del metalmeccanico che nelle Marche occupa 64.500 dipendenti".

Cosa vi preoccupa di più?

"Le vertenze più calde sono Cnh a Jesi, Whirlpool e tutto il settore del bianco. Stiamo continuando ad assistere ad una deindustrializzazione preoccupante"

Cosa potrebbero fare le istituzioni?

"Oggi non c’è assolutamente né del governo nazionale né quello regionale uno studio che analizzi la situazione della nostra industria. Nelle Marche ci stanno sfilando tantissime aziende basti guardare alla Whirlpool".

Però si sta insediando il colosso Amazon a Jesi e promette oltre mille posti di lavoro..

"Quella non può essere certo la soluzione a tutto. Non parliamo di industria ma di logistica e comunque di una multinazionale che oggi c’è e domani chissà. Il vero problema è che nelle Marche non c’è più l’industria".

Sara Ferreri