
Un risveglio terrificante per l’intera comunità che non capiva cosa fosse successo "Il rumore era talmente forte che non riuscivamo ad aprire le finestre per le vibrazioni".
In alcuni è subentrata la paura. Quella paura in grado di paralizzare anche i movimenti più istintivi. In altri, invece, quello stesso istinto ha suggerito di mettersi al riparo con i figli e i parenti anziani, chiudendo le finestre di casa, piuttosto che scappando verso Posatora o in altri casi verso la zona più bassa del quartiere. Ad accompagnare il risveglio della comunità di Torrette che risiede fronte campo sportivo, ieri mattina, sono stati i sentimenti di sgomento, incredulità e preoccupazione. "Siamo stati svegliati da un fortissimo rumore – la testimonianza di Giorgio Barchiesi, un abitante della zona –. Inizialmente abbiamo ipotizzato potesse trattarsi di qualcosa accaduto in un cantiere vicino a casa nostra, dove ci sono dei lavori. Così sono uscito e questo rumore, tale da doversi coprire le orecchie, si faceva sempre più insistente. Lì abbiamo visto un vigile del fuoco che ci ha fatto subito tornare indietro, a me e ad un altro inquilino del condominio che non è potuto andare a lavorare, e ci ha detto di chiuderci subito in casa perché c’era una forte perdita di gas ad alta pressione. Quindi siamo rincasati e abbiamo aspettato notizie, mentre quel frastuono si faceva insopportabile. È diminuito d’intensità soltanto dopo parecchio tempo". Stefania Coser e il marito Massimo Orciani, invece, abitano poco più a monte del luogo della tragedia, avvenuta all’intersezione tra via Esino e via Aso. "Ma anche per noi è stato un risveglio difficilissimo". Il leitmotiv, per tutti, quel "rumore assordante e continuo", ha raccontato. "Ci siamo affacciati e abbiamo visto le ambulanze e i vigili del fuoco davanti casa e ci siamo allarmati, cercando di capire quello che succedeva".
Forte è stato lo choc, che "in quei momenti siamo scappati dal retro dell’abitazione e siamo saliti in direzione di via Grotte, allontanandoci dall’area più a rischio. Paura? Tanta. Ora speriamo di rientrare a casa". Circostanza poi avvenuta poco prima delle 11, ma ovviamente senza gas (e riscaldamenti), vista lo stop all’erogazione che ha interessato l’intero quartiere. Marco Alfideo, invece, si trovava a letto poco prima delle otto. Casa sua è proprio sopra la centralina divelta. "Ho sentito un boato indicibile – ha raccontato al Carlino – poi mi sono affacciato e ho visto la macchina accartocciata sulla colonnina di metano. Pensate che il rumore era talmente forte che non riuscivamo ad aprire le finestre per le vibrazioni. A quel punto ho deciso di prendere i figli e siamo andati via. In quei momenti non si riusciva a parlare con nessuno, la situazione era in tilt. Alcuni hanno preferito restare nel palazzo". Lo stesso palazzo in cui risiede Alessio: "Ho temuto fosse crollato. Quando mi sono affacciato ho visto alcuni muratori che mi hanno detto di chiudere le finestre, vista la fuoriuscita, e così ho fatto". Le abitazioni della zona sono state passate al setaccio dai vigili del fuoco per scongiurare ulteriori perdite.