L’opera del Gentileschi restaurata dopo 60 anni

Si tratta della Maddalena Penitente: il quadro è passato dalla chiesa di Santa Maria Maddalena al laboratorio di Federica Buccolini

L’opera del Gentileschi restaurata dopo 60 anni

L’opera del Gentileschi restaurata dopo 60 anni

di Sara Ferreri

Dopo 60 anni la Maddalena Penitente del Gentileschi di proprietà della Pia Università dei Cartai viene restaurata. "Orazio Lomi – spiegano dalla Pia Università dei Cartai, antica istituzione erede diretta dell’antica corporazione dell’arte della carta – è nato a Pisa nel 1563, trascorse l’infanzia a Firenze dove probabilmente ha compiuto anche la sua prima formazione artistica come allievo del fratellastro Aurelio Lomi, esponente del Manierismo fiorentino. Trasferitosi a Roma, ancora adolescente, dopo la morte del padre, è stato ospitato dallo zio materno, capitano delle guardie a Castel Sant’Angelo da cui Orazio adottò il cognome Gentileschi". Il dipinto in questione è considerato la prima opera del Gentileschi nel suo periodo marchigiano, anno 1615, autore che tra l’altro a Fabriano realizzò vari capolavori tra il 1615 e il 1619. "Non sappiamo di certo se il dipinto è stato realizzato a Fabriano o qui trasportato – spiegano dalla Pia Università – e sappiamo che il quadro è stato realizzato grazie all’importanza che aveva in quel tempo la Pia Università e i rapporti della Pia stessa con l’Arciconfraternita di Santo Spirito di Sassia in Roma. Consideriamo che la chiesa di Santa Maria Maddalena era stata gestista dai frati stessi della Confraternita di Santo Spirito. Sicuramente il quadro, una pala d’altare 155x220, è sempre stato di proprietà della Pia Università ed è stato sempre nella stessa Chiesa dal 1615 anno di realizzazione. Il viso della Maddalena potrebbe essere quello della figlia Artemisia". Nel 1966 dopo circa 3 secoli si decise di effettuare un restauro. Il quadro venne mandato a Firenze all’Opificio delle Pietre Dure dove a seguito della disastrosa alluvione venne danneggiato. In un primo di tempo si pensava che il successivo restauro fosse stato effettuato in Firenze all’Opificio stesso, ma dalle ricerche effettuate a Firenze dall’attuale restauratrice Buccolini è emerso il contrario. Le ricerche effettuate sui documenti storici della Pia dimostrano, che il quadro nel 1966 è stato spostato da Firenze e il restauro è stato effettuato dalla Sovrintendenza delle Marche a Urbino. Il quadro è tornato a Fabriano nella sua a sede naturale nel 1968. "Grazie al main sponsor Chemiba e ad altri sponsor minori tra cui Rotary di Fabriano e Fondazione Carifac – concludono dalla Pia Università – nei giorni scorsi finalmente ha avuto inizio l’iter del restauro, con lo spostamento del quadro dalla chiesa di Santa Maria Maddalena al laboratorio di restauro di Federica Buccolini. Un restauro che prevede almeno 6 mesi di lavoro, con un’analisi del dipinto, la sua pulitura e il ripristino delle superfici danneggiate".