NICOLÒ MORICCI
Cronaca

Lotta alla fibrosi cistica: "Quattrocento chilometri tra corsa, bici e nuoto. Anche per mio figlio"

L’impresa di Fabio Guiotto per sensibilizzare sulla terribile malattia: partirà dal suo Veneto per arrivare nelle Marche dove oggi vive "È un sogno che si realizza, era da tanto che volevo fare tutto ciò".

Lotta alla fibrosi cistica: "Quattrocento chilometri tra corsa, bici e nuoto. Anche per mio figlio"

Lotta alla fibrosi cistica: "Quattrocento chilometri tra corsa, bici e nuoto. Anche per mio figlio"

Fibrosi cistica, quattrocento chilometri per la sensibilizzazione: dalla Valdagno (in provincia di Vicenza) a Numana. È questa l’ultima avventura del triatleta Fabio Guiotto, originario del Veneto ma da anni residente ad Ancona. Lui, 48enne e una tenacia da fare invidia ai giovani di oggi, ha scelto di battersi per una delle patologie più rare, per cui ancora non v’è alcun barlume di speranza. Una malattia, la fibrosi cistica, per cui si sono fatti enormi passi avanti, ma la cui aspettativa di vita, nel 2024, è di appena 40 anni. Tantissimo, se si pensa che fino a qualche tempo fa, non si arriva a più di 10 anni di vita.

Guiotto, titolare del bar Bàgolo, in via Castelfidardo, partirà venerdì dal suo Veneto, per arrivare poi a Portonovo e tuffarsi in mare raggiungendo la spiaggiola di Numana. L’iniziativa si chiamerà "Special Triathlon per la fibrosi cistica" e Guiotto – raggiunto al telefono – confessa di averci pensato a lungo: "È un sogno che si realizza, era da tanto che volevo mettere in piedi questa cosa. Voglio sensibilizzare su questa malattia genetica invisibile per cui non esiste ancora una cura. E soprattutto vorrei far capire l’importanza dello sport che, in particolare per i pazienti di fibrosi, è sia una terapia sia uno strumento di aggregazione".

Fabio è papà di Davide (17 anni): è con la sua nascita che ha imparato a conoscere la fibrosi, di cui il ragazzo è affetto. "Lo sport mi ha sempre aiutato nella vita – continua l’atleta – È essenziale per avere degli obiettivi ed è una importante routine per i pazienti di fibrosi. Così, ho deciso di collegare i due punti saldi della mia vita: il Veneto, la mia valle, e Ancona, dove abito da 12 anni. Quattrocento chilometri e tre discipline. Partirò di corsa dai monti della Valdagno e passerò alla bicicletta. Da ultimo, il nuoto". Guiotto inizierà una maratona di mezza Italia alle 21 del 10 maggio, accompagnato da alcuni ragazzi diversamente abili. Quindi, percorrerà una quarantina di chilometri fino a Lonigo, dove dormirà nel camper di alcuni amici. Cena, riposino e sveglia all’alba. In sella alla sua bici, raggiungerà Portonovo pedalando per 350 chilometri. In Riviera, arriverà la sera di sabato, 11 maggio. Quindi, pernottamento al camping ai piedi del Monte Conero e tuffo l’indomani mattina.

"L’altro giorno, mi sono immerso all’altezza di Spiaggia Bonetti e sono arrivato alla Spiaggiola. È andato tutto bene, ma sai – riflette – il mare non sai mai cosa ti riserva". Un po’ come la vita, quando è arrivato un verdetto tanto difficile quanto amaro, in famiglia. Sia per lui sia per la moglie Raffaella e il loro bimbo, che ormai è quasi un uomo. "Prima, ero un atleta di sci e usavo la bicicletta soltanto in estate, per allenare le gambe. Ma quando mi sono trasferito nelle Marche, ad Ancona, dove gestisco un bar, la bici è diventata il mezzo principale per gli spostamenti – prosegue papà Fabio – D’altronde, qui ci sono il mare e la collina e mi sono avvicinato lentamente al triathlon".

Uno sport che il barista, a dire il vero, ha un po’ stravolto per affrontare la competizione in solitaria Veneto-Marche: "È vero (ride, ndr). Solitamente, nel triathlon si parte con il nuoto, la bicicletta e infine la corsa. Io farò tutto il contrario, ma va bene lo stesso".