REDAZIONE ANCONA

Mandibola rotta dopo una rissa. Un 28enne è finito a processo

La vittima 30enne era intervenuto per difendere un amico quando è stato colpito dal rom.

Mandibola rotta dopo una rissa. Un 28enne è finito a processo

Doveva essere una serata di festa, trascorsa con gli amici in spiaggia, in uno chalet a bere e a chiacchierare ma forse il troppo alcol ha portato a prendere una cattiva strada, quella di non essere abbastanza lucidi per evitare i guai.

Per difendere un amico da un litigio avuto con un gruppo di giovani un 30enne si è ritrovato con la mandibola fratturata da un pugno che gli avrebbe dato un rom di 28 anni. Trenta i giorni di prognosi riportati per l’aggressione.

Entrambi sarebbero intervenuti in una discussione scoppiata tra due rispettivi amici solo che le cose sono poi degenerate e a rimetterci è stato il 30enne, residente a Falconara ma originario del Mozambico. Il rom è finito a processo, è accusato di lesioni in concorso con altre persone però mai identificate dopo i fatti.

Era la sera del 12 luglio del 2020 quando sia l’imputato, difeso dall’avvocato Filippo Paladini, che la vittima, si trovavano al Caracas Caffè, sul lungomare di Falconara.

I due gruppi si conoscevano appena. Un amico della vittima ha iniziato a litigare con un amico del rom, per futili motivi. I due però poco dopo sembravano essersi riappacificati. Ma non era così.

Trascorsa un’oretta dai precedenti battibecchi si sono rincontrati facci a faccia, mentre entrambi stavano lasciando il locale per tornare a casa. Lì hanno ripreso a darsi fastidio a vicenda. A quel punto è intervenuto il sudamericano che si è avvicinato al suo amico e al rivale cercando di dividerli e di riportare la calma. Contemporaneamente però anche il rom, amico del rivale, si è avvicinato per aiutare il proprio amico.

Quando ha visto il 30enne che si dava da fare per fare da pacere gli avrebbe detto: "Tu non fare troppo il gradasso".

Il sudamericano gli avrebbe risposto e si è trovato con un pugno in faccia. Ieri la vittima ha testimoniato davanti al giudice Matteo Di Battista, riferendo i fatti di quella serata e indicando l’imputato in aula come il suo aggressore. "Sono finito a terra e ho sentito cinque-sei persone sopra di me ha detto il 30enne - tutte mi colpivano. Dopo sono tornato a casa. Al mattino sono andato in ospedale perché mi faceva male tutto ed ero tutto gonfio".

Da lì è partita la denuncia. Il rom respinge le accuse, la vittima non l’ha mai vista in vita sua. Prossima udienza il 3 ottobre per l’esame dell’imputato e la discussione.

Marina Verdenelli