Marasca contro Sgarbi "Cultura trascurata? Solo perché Ancona non l’ha fatto lavorare"

L’ex assessore non accetta le accuse del sottosegretario pronto a tornare in città "La grande mostra di cui parla? Era tutto pronto, poi la Regione è sparita".

Marasca contro Sgarbi  "Cultura trascurata?  Solo perché Ancona  non l’ha fatto lavorare"

Marasca contro Sgarbi "Cultura trascurata? Solo perché Ancona non l’ha fatto lavorare"

di Raimondo Montesi

Assessore Paolo Marasca, nelle agenzie nazionali Sgarbi dice che la vittoria di Silvetti "è un segnale di discontinuità molto importante che riapre la città all’attenzione per la cultura, da molti anni trascurata o dimenticata". Come replica, visto che da dieci anni a occuparsi di cultura ad Ancona è lei?

"Sgarbi ritiene che trascurare lui significhi trascurare la cultura. Ma questo è un problema suo, non credo si debba replicare a queste affermazioni, specie se le fa chi ha sempre avuto parole velenose nei confronti di Ancona e degli anconetani, solo perché non riceveva offerte di lavoro".

Secondo lui solo ora che Ancona "si è in qualche modo liberata da una distanza molto incomprensibile con il mondo dell’arte" si potrà fare la grande mostra sul Rinascimento adriatico. Si poteva fare prima questa mostra? Cioè, potevate farla voi?

"La mostra era nel programma della Regione, che ci aveva chiesto gli spazi e noi li abbiamo messi a disposizione, d’accordo con Stefano Zuffi, che avrebbe seguito l’operazione per il Comune. Poi, dalla Regione non si è saputo più nulla. Immagino che sia una delle tante cose che hanno messo nel piano triennale per poi non farle".

Tempo fa Sgarbi disse che Ancona non è una città che ha come obiettivo la valorizzazione delle sue bellezze, che è "del tutto distratta in questo senso", che "non ha una vocazione turistica". Come difende il suo operato di assessore al turismo da queste accuse, che a dire il vero sono un po’ datate?

"Dai tempi di queste accuse sono cambiate molte cose. Ancona è pienamente consapevole della sua bellezza e si autorizza a definirsi città di cultura. Per questo credo che Ancona farà fatica a sopportare operatori prepotenti".

Sgarbi ha poca simpatia per il Museo Omero. Ma non è una nostra eccellenza?

"Non lo sapevo. Ma non mi stupisce. In questi dieci anni abbiamo insistito sul valore sociale della cultura. Un valore che evidentemente lui ignora".

I maligni dicono che Sgarbi critica chi non lo fa lavorare, peccando di ‘lesa maestà’, per così dire. Che ne pensa?

"Non mi capacito del fatto che ancora si diano pulpiti a certi predicatori".

Ha preso la mostra di Harari per la sua Ferrara, mostra che ha fatto parlare di Ancona a livello nazionale per mesi. Mostra che come tutti sanno hai voluto lei. Davvero pensa che ‘non se ne è accorto’?

"La mostra è prodotta dal Comune di Ancona. Sono contento che vada a Ferrara, una grande città di cultura che regge anche agli urti, evidentemente. Se lui se ne sia accorto non so. Fatto sta che ha acquistato, lui, una mostra che nasce nella città di cui parla continuamente malissimo".

All’inaugurazione cosa gli direbbe?

"Niente, spero. Non ho un volto famoso né sono particolarmente affascinante, confido nel fatto che mi ignori".

Ancona non è riuscita a diventare capitale italiana della cultura. C’è chi la considera una sconfitta per la città, quasi a dar ragione a Sgarbi. Le cose stanno davvero così?

"Ancona ha partecipato a una competizione a cui non avrebbe mai pensato, qualche anno fa, di poter partecipare. Cioè, si è autorizzata a dirsi di cultura. Questa è una cosa straordinaria, perché Ancona si è riconosciuta nella cultura. Il buon risultato (il presidente di Giuria ha pubblicamente detto che il progetto di Ancona è stato uno dei tre migliori) è importante, ma lo è ancora di più la fiducia che la comunità culturale ha acquisito grazie al lavoro fatto assieme. Non è stata affatto una sconfitta, la sconfitta era la rinuncia, a priori, a partecipare".

Ma la cultura non dovrebbe unire invece che dividere?

"La cultura è un’altra cosa".