Meno medici e infermieri, ospedali caos nella provincia di Ancona

Il caso più allarmante a Senigallia: troppi precari, mancano persino i cardiologi

Ancona, mancano medici e infermieri (Foto Effimera)

Ancona, mancano medici e infermieri (Foto Effimera)

Ancona, 21 agosto 2019 - L’estate del 2019 passerà agli annali come quella della grande emorragia del personale sanitario negli ospedali e nei servizi assistenziali del territorio anconetano. Mancano medici, infermieri, operatori sociosanitari, ma anche tecnici, amministrativi. Le assunzioni, tagliate in linea generale in tutte le aziende, ospedaliere e sanitarie che siano, non bastano a coprire i buchi, anzi le voragini che stanno mettendo in ginocchio gli ospedali. I contratti a tempo determinato saranno rinnovati, ma solo in parte, e i pensionamenti di Quota 100 faranno il resto. Se la matematica non è un’opinione, col taglio del personale la conseguenza principale non poteva che essere una riduzione dell’attività dei reparti e dei servizi e il peso di queste misure si stanno vivendo ogni giorno sulla pelle dei pazienti anconetani.

Un dato numerico è sufficiente per spiegare cosa sta accadendo sul territorio: il taglio della spesa sul bilancio dell’Area Vasta 2 ammonta ad oltre 4,4 milioni di euro, come previsto dalla determina dell’Asur del febbraio scorso: «Assistiamo, negli ultimi mesi, a chiusure e riduzioni su tutto il territorio dell’Area Vasta 2 – denuncia il segretario regionale della Funzione pubblica della Cisl, Luca Talevi –, dai servizi ai singoli reparti di degenza, per non parlare dei pronto soccorso, specie durante il periodo estivo. Come Fp-Cisl avevamo chiesto non solo di non ridurre, ma anzi di aumentare le dotazioni in alcune aree, senza successo purtroppo. Una serie di problematiche, rimaste inascoltate, più volte denunciate ai vertici dell’Asur e delle aziende ospedaliere».

Venendo a cifre inerenti all’attività operativa, gli uffici infermieristici del territorio parlano di almeno 70 assunzioni per garantire il turn-over. Dalla metà di luglio il servizio del comparto dell’Asur non sarà più in grado di coprire i turni a causa delle molteplici assenze che si andranno a creare con maternità, congedi e cessazioni. Nel quadro provinciale la situazione più allarmante è quella dell’ospedale di Senigallia. La lista delle carenze è lunghissima. In oncologia manca almeno un medico a tempo indeterminato e un infermiere e la dialisi è in grande difficoltà a causa della mancanza di due infermieri.

In cardiologia mancano due oss e, soprattutto, mancano i cardiologi; la gastro non ha riaperto per mancanza di personale, 4 infermieri e 3 oss. Nel blocco operatorio/centrale di sterilizzazione 7 infermieri su 26 e 3 oss su 3 sono precari, mancano infermieri e c’è carenza di autisti al 118. In pronto soccorso non è stato possibile fare rafforzamenti estivi, ferie bloccate e giornate di grande emergenza a causa del grande afflusso di turisti. In psichiatria mancano due infermieri, ne mancano 3 nell’Adi (assistenza domiciliare integrata), 1 all’Rsa di Corinaldo inoltre c’è carenza di tecnici al centro trasfusionale, nel laboratorio analisi, in radiologia e al Ced.

Passando a Fabriano, mancano 38 infermieri, 25 da organico e 13 assunti per ferie estive. Dal 30 luglio la medicina ha ridotto 1 posti letto, otorino è stato accorpato con oculistica. A Jesi le unità operative sono tutte in sofferenza. Pronto soccorso e 118 perderanno infermieri e oss così come medicina rianimazione, cardiologia, sale operatorie, chirurgia e Adi, a rischio anche oncologia e centro trasfusionale. Difficoltà anche sul fronte amministrativo.