Metti un Cenone con i senzatetto "Per una notte ha vinto la solidarietà"

Una trentina le persone ospitate dal ristopub Sepofa agli Archi la notte di Natale: "Una lezione per tutti"

Metti un Cenone con i senzatetto  "Per una notte ha vinto la solidarietà"

Metti un Cenone con i senzatetto "Per una notte ha vinto la solidarietà"

di Pierfrancesco Curzi

Il momento della preghiera e poi quello della festa. Almeno per una sera, una trentina di persone costrette a vivere in strada o in condizioni di estrema povertà hanno potuto dimenticare i brutti pensieri della vita e stringersi attorno a un tavolo per un abbraccio collettivo. Non una sera qualsiasi, ma quella speciale della vigilia di Natale, quando tutti gli anconetani si erano riuniti per celebrare le festività. A consentire questo piccolo sogno è stato Egidio Amico, titolare del ristopub e pizzeria Sepofà, agli Archi. Amico ha accolto con entusiasmo la proposta di aprire il suo ristorante a favore dei senza fissa dimora, offrendo loro da mangiare, ma anche un abbraccio ideale: "L’ho fatto con piacere e non ho avuto bisogno di pensarci su troppo a lungo – ha detto il ristoratore anconetano, per anni co-titolare di Mangiare Bere Uomo Donna – Il problema è che io il giorno dopo ho festeggiato il Natale, quelle persone invece sono tornate in strada in condizioni di vita durissime. È andato tutto benissimo, sono felice della scelta fatta".

L’idea era venuta a Daniele Ballanti, fondatore dell’associazione Ankon Nostra, che poi ha lanciato la proposta a Egidio Amico e ottenuto la collaborazione dei City Angels: "Una serata densa di significato che rimarrà per sempre nei miei pensieri – ha aggiunto Ballanti – Una serata resa possibile soltanto grazie all’infinita generosità di Egidio che ha fatto qualcosa di straordinario. Mi ha colpito l’atmosfera molto bella che si è respirata al ristorante l’altra sera, tra persone di nazionalità e credi religiosi diversi, tutti accomunati da una sorte al momento sfortunata. Una lezione per tutti noi e uno stimolo a fare di più in futuro. Prima della serata a base di pizza al Sepofà avevo contattato le istituzioni, il prefetto in particolare, che si è dimostrato molto contento per l’iniziativa. Prefetto che da mesi si sta occupando di trovare soluzioni per i richiedenti asilo".

Alla serata del 24 dicembre hanno preso parte persone provenienti da ogni angolo del mondo: Pakistan, Somalia, Marocco, Europa orientale e anche Italia. Gli organizzatori hanno applicato a tutti una piccola e semplice targhetta col nome di ognuno, sia i clienti per una sera che chi li ha serviti e chi ha preparato il cibo. Ossia Mamadou, giovane guineano da anni dipendente del Sepofà, professione pizzaiolo e autentica promessa. Davvero toccante il momento in cui gli ospiti hanno celebrato il senso della festa recitando una preghiera seguendo il culto di riferimento e la lingua ovviamente. In particolare una famiglia di origine pakistana, genitori e due figli minorenni, di religione cristiana che stanno vivendo un periodo di difficoltà. Non sono mancate le preghiere di cristiani ortodossi e musulmani.

Oltre alla pizza e a tutto il resto ad aggiungere il tocco solidale di rito sono stati i prodotti portati al ristorante dalle persone. Come ad esempio i titolari di Vino al Vino, l’apprezzato locale di via Astagno, che pur essendo chiusi per la vigilia hanno preparato una torta di mele e altri prodotti espressamente per gli ospiti della serata al Sepofà. Infine pure la distribuzione di coperte e vestiti pesanti per chi sta in strada e altri doni. Per una volta la solidarietà ha vinto su tutto.