Ancona, nella pasta trova un osso di topo

Choc a tavola, la veterinaria conferma e il 24enne valuta se fare denuncia

L’osso trovato nella pasta

L’osso trovato nella pasta

Ancona, 31 gennaio 2019 - Mangia un piatto di pasta e ci trova dentro l’ossicino di un topo. Choc a tavola per un 24enne, Mikael Tarquini, operatore di Anconambiente. Il giovane era a casa, martedì scorso, e stava cenando con dei fusilli in bianco, solo olio e parmigiano, quando masticando ha sentito una sensazione strana. «Qualcosa di duro mi è finito tra i denti – racconta Tarquini – allora ho smesso di masticare per vedere cosa fosse. Ho trovato un osso, piccolino, di circa 3 millimetri, massimo 4. Lì per lì mi ha fatto schifo, sembrava un dente. Era durissimo. Ho smesso di mangiare subito».

AGGIORNAMENTO Osso di topo nella pasta, blitz del Nas al supermercato

Quel piccolo ossicino in realtà non era un dente. Fatto analizzare da un veterinario è risultato un ossicino di un arto di un piccolo roditore. «Non è sicuramente un osso umano – dice Lucia Coppi, veterinario da 24 anni e titolare della ‘Clinica dei piccoli animali’, a Vallemiano – può essere o di un topolino o di un criceto, comunque un piccolo roditore. Escludo che sia un dente perché non né ha proprio la forma. Quell’ossicino presenta i condili (una protuberanza, ndr) di una articolazione. Dovrebbe essere portato ai carabinieri del Nas, insieme al pacco di pasta, così si risale al lotto di produzione e quantomeno si avviano dei controlli».

Mikael Tarquini mostra il 'corpo' estraneo nella pasta (foto Emma)
Mikael Tarquini mostra il 'corpo' estraneo nella pasta (foto Emma)

I fusilli utilizzati dall’operatore di Anconambiente erano di un pacco di un chilo, di pasta italiana, acquistata una settimana e mezzo fa in un supermercato alla periferia della città. «Era in offerta – continua il 24enne – in genere non acquisto mai quella pasta lì perché preferisco un’altra marca che costa un po’ di più ma l’ho vista scontata e allora ne ho prese tre confezioni. Due pacchi li ho già finiti, mi era rimasto il terzo che avevo appena aperto. Spero che non ce ne fossero altri di questi ossicini. Credo che l’ossicino fosse lì perché non ho usato condimenti per fare la pasta, solo olio e formaggio ma non era formaggio confezionato, era un pezzo di parmigiano preso da una forma».

Tarquini sta valutando se rivolgersi ad una associazione dei consumatori, per segnalare il problema riscontrato e se portare l’ossicino e la pasta che è rimasta nella confezione ai carabinieri del Nas, come consigliato dalla veterinaria, per farlo analizzare e farsi dire con certezza di cosa si tratta. Coppi esclude che sia un frammento di un osso umano o addirittura di un dente stesso del ragazzo.

«Ha una forma precisa – osserva la veterinaria – è l’ossicino di un mammifero di piccole dimensioni, la parte che collega al gomito probabilmente, che avendo subito più di una cottura si è anche sbiancato molto. Di sicuro oramai era sterile e il ragazzo può stare tranquillo che anche se lo ha messo in bocca non dovrebbe incorrere in nessuna malattia. E’ facile che sia arrivato alla pasta nella fase di stoccaggio del prodotto o era nelle macine dello stabilimento che lo produce. Non escludo che possa essere stato anche nel sale usato per cuocere la pasta visto che per il resto non sono stati utilizzati condimenti».