Tagliarsi i capelli o curare il proprio corpo non è prima necessità, quindi non si può cambiare Comune per farlo. Il rapporto fiduciario tra cliente e fornitore del servizio alla persona è stato così regolamentato dal prefetto di Ancona Antonio D’Acunto con una nota ufficiale, dopo averne parlato con la Regione.
Da quando le Marche sono diventate zona arancione, domenica scorsa, sono arrivate in prefettura molte richieste per avere delucidazioni in merito.
Il comunicato chiarisce: "Questo tipo di rapporto non rientra in quelli previsti dal vigente dettato normativo, inteso come bene primario di salute - si legge - eventuali spostamenti al di fuori del proprio Comune di residenza o domicilio potrebbero essere sanzionati".
E’ considerata come prima necessità la motivazione di maggior convenienza economica, per passare da un Comune all’altro per fare la spesa. La Confederazione Nazionale dell’Artigianato (Cna) raccomanda di evidenziarlo nell’autocertificazione. Così come rimane consentito, ad esempio, acquistare prodotti in un altro territorio se quello di residenza ne è sprovvisto, come alimenti per celiaci.
Ma la precisazione ha sollevato le polemiche da parte dei commercianti, che si sono espressi per bocca di Daniele Zucchini, parrucchiere e presidente regionale di Confartigianato Benessere: "E’ l’ennesima prova di poca chiarezza e confusione da parte delle istituzioni su questa problematica. Tutto ciò aumenta la confusione e l’ansia degli imprenditori già provati dai sacrifici economici e dai disagi provocati dagli stringenti protocolli anti-contagio".
Massimiliano Santini, direttore di Cna Ancona, mitiga la protesta: "Già da martedì sera abbiamo ricevuto le prime lamentele degli imprenditori, non proteste urlate - avvisa - ma messaggi di scoramento e rassegnazione. Volevano solo avere certezze e manifestare la loro onestà e responsabilità, dato che svolgono il mestiere in assoluta sicurezza".
Nonostante riconosca l’assoluta legittimità della prefettura, la Cna si dice preoccupata per questo impedimento. Nonostante il lavoro in sinergia con le istituzioni per trovare una via meno pesante per le aziende "avremmo preferito che questo provvedimento non interessasse questa tipologia di attività, perché, spesso, il rapporto fiduciario tra cliente e negozio è di fondamentale importanza per la sua sopravvivenza e il suo mantenimento", continua Sanitni.
Cna precisa che serve rigore nella comunicazione, per evitare sfumature interpretative che potrebbero essere pericolose.
Inoltre, la confederazione, insieme ad altre associazioni, ha avviato un’iniziativa sindacale a livello nazionale per chiarire le zone grigie delle disposizioni ed evitare disparità di trattamento tra imprese o tra province. Infine, fa sapere, la Cna sta lavorando al fianco delle altre associazioni di categoria per tutelare e sostenere le imprese a livello economico.