"Per le discoteche è una festa della Liberazione"

Soddisfazione a metà per il popolo della notte: "Aprire al 50% è una rimessa, ma almeno è un primo traguardo. Da sabato in pista"

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di Sara Ferreri

Dopo venti mesi si torna in discoteca, anche se con i locali pieni solo per metà. Esultano ma non troppo i gestori dell’intrattenimento notturno tra i settori più colpiti di questa pandemia. Nonostante i costi da sostenere, i gestori si stanno rimettendo al lavoro per la riapertura che in alcuni casi avverrà già sabato prossimo 16 ottobre. Simone Rachetta, jesino, direttore artistico (nella foto) assieme a Francesco Rossetti del Mamamia di Senigallia ma anche del Noir di Jesi e del Miami di Monsano, commenta: "Questa è una riapertura molto attesa ma che è a metà e per questo è difficile da affrontare. Perché i costi dei locali da ballo sono fissi e veniamo da un anno e mezzo di chiusure. Ce ne sono pochissimi di costi variabili che dipendono da quante persone entrano. Quindi aprire un locale a 100, 500 o mille persone ha più o meno gli stessi costi. Aprire al 50 per cento vuol dire sicuramente rimettere soldi anche perché poi i ristori promessi dal premier Mario Draghi qualche mese fa non si sono affatto visti. Da addetto ai lavori e appassionato del mondo della notte – aggiunge Simone Rachetta – è comunque un traguardo poter aprire anche se al 50 per cento. La viviamo un po’ come la festa della Liberazione. E i buoni propositi da parte nostra ci sono tutti. Siamo carichi per presentare Miami e Noir nel massimo splendore. Sarà una stagione importante e spero molto divertente perché c’è davvero bisogno di divertirsi mai come in questo momento".

Sarà anche un modo diverso di andare in discoteca: gli avventori saranno controllati all’ingresso sul possesso del certificato verde e gli accessi dovranno essere regolati in entrata e uscita per mantenere il 50 per cento della capienza nelle discoteche chiuse. "Abbiamo tutti gli strumenti per garantire un divertimento in sicurezza" aggiunge. Nei locali al chiuso, dice la legge, deve essere garantita la presenza di impianti di aereazione senza ricircolo dell’aria, e restano fermi gli obblighi di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie previsti dalla vigente normativa, ad eccezione del momento del ballo. "Ci siamo subito messi al lavoro e potremmo riuscire ad aprire sabato prossimo o al massimo quello successivo, sperando di non chiudere mai più" spiega ancora Rachetta. La notizia della riapertura delle discoteche è stata accolta anche con maggiore entusiasmo dai giovani e giovanissimi che non vedono l’ora di tornare a ballare e incontrarsi nei locali notturni. Maurizio Casarola per Assointrattenimento commenta: "Se riapriremo e al 50 per cento è grazie ai sindacati che secondo alcuni non farebbero niente. Inoltre il 50 per cento è un punto di partenza non di arrivo". Da Assointrattenimento evidenziano: "La riduzione della capienza al 50 per cento rende ancora molto difficile l’organizzazione profittevole delle nostre imprese. Ciò tuttavia costituisce un inizio che crediamo verrà a breve seguito da un graduale aumento della capienza fino a giungere, nell’arco dei prossimi mesi, alla normalità.Il Consiglio direttivo dell’associazione ha comunque deciso di porre in essere un azione legale, che sarà proposta in sede Europea, per il risarcimento dei danni subiti dalle nostre aziende in conseguenza della discriminazione del settore attuata dai nostri governanti in questi 20 mesi. È in preparazione una class action per il risarcimento del danno. Gli imprenditori che ne vogliano far parte possono contattarci scrivendo una mail a segreteria@assointrattenimento.it. Grazie alla continua attività` propositiva della nostra associazione che, da 20 mesi, lavora ininterrottamente per la riapertura delle discoteche e delle sale da ballo, il Governo ha emanato il decreto legge che entrerà in vigore l’11 ottobre".