MARINA VERDENELLI
Cronaca

Acquista un ristorante all’asta: perseguitato dall’ex proprietario

"Ti ammazzo di bastonate. La banca adesso non c’è più, fai una brutta fine": una lunga serie di minacce rivolte a un imprenditore che ha rilevato un locale a Numana. Non ha smesso neanche dopo la denuncia

L’imprenditore anconetano ha rilevato una pizzeria sul lungomare di Numana. Mai avrebbe potuto immaginare una cosa simile dopo l’asta

L’imprenditore anconetano ha rilevato una pizzeria sul lungomare di Numana. Mai avrebbe potuto immaginare una cosa simile dopo l’asta

Numana (Ancona), 4 luglio 2023 – Acquista un immobile all’asta e concluso l’affare si ritrova perseguitato dal vecchio proprietario. Indispettito per quella perdita avrebbe trovato continui pretesti per ostacolare la ristrutturazione dell’edificio, danneggiato alcuni beni che ricadevano nella proprietà e minacciato l’acquirente così: "Ti ammazzo di bastonate, ci sono duemila persone che guardano quello che fai". A subire tutto questo è stato un ristoratore di Numana. Proprio nella località balneare aveva deciso di aprire un ristorante-pizzeria e per quello aveva comprato un locale finito all’asta.

Era il 2018 e da quel giorno sarebbero iniziati per lui i problemi. Il ristoratore, 55 anni, sarebbe stato bersagliato da cattiverie e danneggiamenti. Il vecchio proprietario avrebbe tagliato una siepe che il ristoratore voleva invece conservare. Poi avrebbe fatto fuori anche tutti i picchetti usati per delimitare bene la proprietà dell’immobile.

Le condotte negative sarebbero andate avanti fino al 2021 con qualche strascico anche negli ultimi tempi. Cosi il ristoratore ha sporto denuncia e ha fatto finire a processo il vecchio proprietario, un 68enne del posto. Deve rispondere di violenza privata e minacce. Il procedimento si è aperto ieri in tribunale, ad Ancona, davanti alla giudice Tiziana Fancello, con la costituzione di parte civile della vittima, rappresentata dall’avvocato Alessandro Sorana. Chiede 50mila euro di danni morali e patrimoniali perché le condotte tenuto dal 68enne avrebbero rallentato la ristrutturazione del locale e quindi anche l’avvio dell’attività lavorativa con un aggravio di spese per la vittima.

L’imputato è difeso dall’avvocato Marco Alessandrini e rigetta le contestazioni. Stando alle accuse però avrebbe impedito al ristoratore il pacifico godimento del bene minacciando anche gli operai e i tecnici impegnati nei lavori del locale e persino la moglie del 55enne. A maggio del 2020, in particolare, l’imputato avrebbe fatto una telefonata di questo tenore: "Se fai il bravo bene se no uso altri sistemi perché adesso no c’è più la banca, la banca sono io, ti prendo a schiaffi, ti spacco la faccia, fai una brutta fine". Usando anche un gergo dialettale gli avrebbe detto: "Te sbasso de mezzo metro". Alludendo anche alla complicità di altre persone di cui si sarebbe avvalso per fargliela pagare gli avrebbe anche detto: "Te famo il c. come un mappamondo". In un’altra occasione, mentre il 55enne si trovava nell’immobile di sua proprietà, gli avrebbe mimato anche un gesto intimidatorio, per porre fine alla sua vita, guardandolo fisso in faccia. L’avvocato della vittima sta valutando di contestare lo stalking visto che le condotte non sembrerebbero cessate nemmeno adesso.