REDAZIONE ANCONA

Picchia e insulta la figlia per i compiti

La bimba si è confidata con la psicologa della scuola e il papà è sotto processo per maltrattamenti in famiglia

Severo sui compiti di scuola della figlia al punto di arrivare a picchiarla se sbagliava o non capiva l’esercizio da fare. "Sei stupida, hai il cervello di una bambina di due anni, non capisci niente". Così un padre si sarebbe accanito sulla figlioletta, fin dall’età di otto anni, prendendola per il collo, tirandole i capelli e arrivando anche a farle un occhio nero con un cazzotto in faccia e a romperle un labbro con uno schiaffo. Percosse e umiliazioni sarebbero andate avanti fino all’età di 11 anni quando la bambina, confidandosi con una psicologa a scuola, è riuscita a raccontare quando stava subendo dal genitore. Le confidenze sono diventate una denuncia fatta partire a fine 2018 dalla mamma della minorenne che, avvisata dalla psicologa, si è rivolta ai carabinieri di Castelfidardo, il comune dove sarebbero avvenuti i fatti. Il papà della bambina, un 50enne, ora è a processo per maltrattamenti in famiglia. E’ difeso dall’avvocato Andrea Dotti. Martedì in tribunale, davanti al giudice Carlo Cimini, è stata sentita la mamma, la nonna e il genitore di una amichetta della presunta vittima che oggi è ormai una adolescente. Dalle loro testimonianze è emerso come la bambina, che frequentava il padre per lo più di pomeriggio, dal lunedì al venerdì perché i genitori dopo una breve relazione sentimentale non stavano più insieme, abbia iniziato a manifestare delle rigidità nei confronti dell’uomo a partire della terza elementare. "Diceva che con il papà non voleva starci – ha riferito la nonna materna – un giorno è tornata con un occhio nero e un labbro rotto ma il padre disse che era stato perché aveva sbattuto sul tavolo per prendere una penna che le era caduta. Se abbiamo notato mai altri lividi? Non era possibile vederla senza vestiti, lei si chiudeva in camera sua, si nascondeva quando doveva spogliarsi". Tra la coppia ci sarebbero litigi e la nonna della bambina ha riferito che un giorno l’ex della figlia, reduce da una discussione con la donna, le avrebbe detto: "Dopo vi lamentate che gli uomini uccidono le mogli, falla ragionare tua figlia". La mamma della bambina ha parlato di "un padre presente" con cui la figlia però non voleva stare perché "lui era aggressivo, la sminuiva, le dava i pizzicotti al braccio se sbagliava i compiti, la prendeva al collo". Fatti questi che la donna avrebbe saputo solo dopo le confidenze della figlia alla psicologa della scuola. "Non scriveva più i compiti sul diario per non andare dal padre a farli, era terrorizzata" ha detto la madre. Prossima udienza il 14 giugno per i testi dell’accusa.

Marina Verdenelli