Ancona, massacrato di botte e rapinato in casa. "Dacci tutti i soldi o ti ammazziamo"

Il drammatico racconto del bancario aggredito in via Cardeto: "Gli ho aperto perché pensavo fossero i vicini"

Indagini della polizia: caccia ai banditi (archivio)

Indagini della polizia: caccia ai banditi (archivio)

Ancona, 1 ottobre 2022 - Rapinato all’ora di cena nella sua abitazione, in via Cardeto. In due, giovedì sera, hanno suonato alla porta, vestiti con pantaloni scuri, un gilet catarifrangente arancione e la mascherina fp2 in faccia che copriva loro il viso. Vittima un bancario di 61 anni che lavora a Stazione di Osimo. La Squadra mobile della polizia sta cercando i banditi. Il Carlino ha parlato con la vittima che vista la delicatezza del caso ha chiesto di rimanere nell’anonimato.

Intanto come sta?

"Sono un po’ acciaccato, ho due costole rotte e i medici mi hanno dato 25 giorni di prognosi".

Ci racconta come sono andate le cose?

"Erano le 20 e 25 quando ho sentito suonare il campanello, qui direttamente al pianerottolo. Credevo fossero i miei vicini di casa, ai quali ho dato in affitto un appartamento di famiglia. In genere mi suonano a fine mese, a quelle stessa ora, per pagarmi la mensilità. Così ho aperto tranquillamente, senza nemmeno guardare dallo spioncino".

Non erano loro ovviamente.

"No. Ho trovato due uomini e lì per lì sono rimasto sorpreso poi ho visto che uno dei due ha letto la targhetta che ho fuori con scritto il mio cognome e lo ha pronunciato chiedendomi se ero io. Non sono riuscito nemmeno a rispondere che che mi è arrivato un cazzotto in testa e poi mi hanno sbattuto a terra. Uno mi teneva fermo e l’altro con la mano mi ha chiuso la bocca. Ogni tanto la spostava e mi chiudeva anche naso e bocca insieme. Poi ripetevano ‘dacci i soldi, dacci i soldi’ ma io rispondevo che non avevo soldi. Gli ho detto ‘lavoro in banca ti pare che tengo i sodi a casa?’ Con quella frase è stato peggio. Mi hanno detto: ‘ah, lavori in banca, allora dacci i soldi".

L’hanno picchiata?

"Sì, uno mi ha dato una ginocchiata ed è quella che mi ha rotto le due costole. Sono stati una mezzora in tutto, quando non ce l’ho fatta più ho indicato loro dove potevano trovare i soldi, 1.400 euro, erano i risparmi di mia madre che è morta a maggio. Ho continuato a tenerli in casa per dividerli se serviva con mia sorella".

Pensa di essere stato seguito o hanno colpito a caso?

"Non sapevano che lavoro in banca perché glielo ho detto io quindi non credo mi conoscessero. A casa ero arrivato già alle 17, mi aveva dato un passaggio una collega, non avevo preso nemmeno un mezzo pubblico dove magari potevano avermi intercettato, quindi non saprei. Io faccio sempre la stessa strada, casa, lavoro e supermercato qua in fondo alla via. Il portone del condominio però è rotto da tempo e spesso rimane aperto".

Ricorda qualche particolare?

"Avevano alle mani dei guanti molto spessi, scuri. Uno era più alto, circa un metro e 85, l’altro poco più basso. Secondo me potevano essere o pachistani o bengalesi, perché parlavano italiano ma con le vocali molto strette. Mi dicevano soldi, soldi, ti ammazziamo, ti ammazziamo".

Quando hanno preso i soldi che le ha indicato se ne sono andati via?

"No, ne volevano altri, pensavano che io ne avessi ancora ma non avevo davvero più nulla e alla fine se ne sono andati via ma mi hanno chiuso a chiave in cucina, legandomi mani e piedi con del nastro adesivo. Mi hanno chiuso anche la bocca con lo scotch. Poi mi sono liberato".