Schianto in A14: sei anni per avere giustizia

Il camionista è stato condannato a 10 mesi: quella sera i due fratelli nella Opel subirono grosse lesioni e oggi hanno oltre il 40% di invalidità

Schianto in A14: sei anni per avere giustizia
Schianto in A14: sei anni per avere giustizia

di Marina Verdenelli

Sei anni di attesa per vedere condannato il camionista che causò loro lesioni gravissime. Vittime di un incidente stradale, avvenuto lungo l’A14, due fratelli fermani di 34 e 38 anni, rimasti claudicanti e con una serie di problemi articolari tanto che anche l’Inail ha riconosciuto loro una invalidità superiore al 40% e percepiscono anche una indennità economica. Il sinistro stradale risale alla sera del 12 dicembre del 2017 e si verificò tra i caselli autostradali di Senigallia e Montemarciano. I due fratelli erano a bordo di una Opel Zafira e tornavano a casa quindi viaggiavano in direzione sud. Il più grande guidava, il più piccolo era dietro di lui come passeggero. A fianco del guidatore un loro amico. Uscendo dalla galleria, in un tratto curvilineo, il 38enne si era trovato un autoarticolato di traverso sulla carreggiata, che ostruiva il passaggio. Vani i tentativi di frenata e di evitarlo. La Opel ci finì contro, con tutta la parte sinistra della carrozzeria, proprio il lato dei due fratelli. Un urto violentissimo. Altre due veicoli rimasero coinvolti nell’incidente, un furgone Citroen con dentro due operai e una Renault Clio con alla guida una donna. Il bilancio fu di sei feriti di cui gravissimi i due fratelli. Furono portati al pronto soccorso di Torrette. Nello scontro con il tir, che trasportava un rimorchio, hanno avuto problemi alle gambe e alle funzioni articolari tanto che ancora oggi non camminano bene. Il conducente del mezzo pesante, un pugliese di 49 anni, è stato indagato per lesioni stradali gravissime ed è finito a processo al tribunale di Ancona. Martedì il giudice Carlo Cimini lo ha condannato a 10 mesi più 8 mesi di sospensione della patente di guida. I due fratelli erano parte civile con l’avvocato Massimo Di Bonaventura, del foro di Fermo. Il tir avrebbe perso aderenza in curva, probabilmente a causa di una velocità eccessiva, uscendo dalla sua sede di marcia e intraversandosi sulla carreggiata, occupando quasi tutta la carreggiata. Un muro per le auto che lo seguivano e che non sono riuscite ad evitarlo. La difesa del camionista ha provato a spostare l’attenzione sulla velocità a cui procedevano i fratelli, motivando che se fossero andati piano il mezzo pesante lo avrebbero evitato. Per il giudice la colpa è stata del tir. Come responsabile civile è stata chiamata nel processo anche l’assicurazione del mezzo pesante. Per il risarcimento ai fratelli si procederà in sede civile.