PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

Spiraglio di speranza La Regione concede un contributo all’istituto "Ma restiamo in bilico"

Giulianelli (Ism): "La giunta sta sfuggendo alle sue responsabilità. Viene tutto procrastinato ma senza fornire alcun dettaglio". Brandoni dà l’orizzonte temporale d’intervento: "Entro fine mese".

Spiraglio di speranza La Regione concede un contributo all’istituto "Ma restiamo in bilico"

di Pierfrancesco Curzi

"Potremmo prevedere un contributo a favore dell’Istituto di Storia delle Marche per garantirne il prosieguo dell’attività". Con poche parole, che dicono tutto e niente, ieri mattina l’assessore regionale alla cultura, Chiara Biondi, ha liquidato la discussione in consiglio regionale sul finanziamento dell’Istituto di Storia delle Marche. Non una cifra su cui ragionare, non una data entro cui avere informazioni a tal proposito: "La giunta regionale sta sfuggendo alle sue responsabilità, viene tutto procastinato, ma senza alcun dettaglio _ puntualizza Roberto Giulianelli, uno dei due vicepresidenti dell’ISM _. Forse il presidente e gli assessori non hanno capito che se non ci viene comunicato cosa accadrà da qui a pochi giorni noi ci fermiamo. Loro conoscono bene l’ammontare della cifra necessaria per tirare avanti, se sarà minore non potremo garantire un futuro adeguato".

Nel pomeriggio, dopo che il Carlino aveva provato a stimolare l’intervento del governatore Acquaroli, attraverso una nota qualcosa di più è stato reso noto dall’assessore al bilancio Goffredo Brandoni, di fatto quello che deve stringere o allargare i cordoni della borsa. Anche qui una dichiarazione di poche righe, a conferma del profondo imbarazzo vissuto a Palazzo Raffaello: "In sede di approvazione dell’assestamento di bilancio, prima in Giunta, poi in commissione e poi in Consiglio, che dovrebbe essere entro fine mese, si prevederà un contributo per l’Istituto di Storia Marche, la cifra ancora non è ancora stata definita". Un congelamento della profonda delusione che stanno vivendo i dirigenti dell’Istituto, le cui cariche, lo ricordiamo sempre, sono a titolo gratuito. Luminari e docenti di chiara fama costretti a tendere la mano per far sopravvivere un autentico patrimonio della conoscenza, istituito con una legge regionale, la n.15 del 1973. In quel testo l’ente si faceva, e dovrebbe continuare a farlo, carico di sostenere l’attività dell’ex Istituto di storia dei movimenti di liberazione nelle Marche, prima che cambiasse nome.

Quantomeno Brandoni ha fornito un orizzonte temporale, ossia entro la fine del mese, alle pene di tutti coloro che hanno a cuore la cultura e la storia. Le stesse persone almeno che in una settimana, dal pomeriggio del 4 luglio scorso, hanno alimentato la straordinaria petizione online promossa dall’altra vicepresidente dell’Istituto, Carla Marcellini. Iniziata in sordina, la campagna su change.org in sette giorni precisi ha raccolto più di 13.400 firme. Un risultato incredibile alla vigilia e che dimostra come ci sia voglia di cultura nelle Marche e nel Paese visto che molte adesioni sono arrivate da tutta l’Italia grazie all’azione di illustri storici come il professor Alessandro Barbero. Grossa preoccupazione è arrivata anche da un’ex presidente dell’Istituto, Maria Grazia Camilletti, ex assessore comunale, alla guida dell’ISM tra il 1990 e il 1994: "Un’altra parte dell’attività che si è persa è la didattica sperimentale, ma questo a causa anche della mancanza di una sede. Tra gli ospiti illustri invitati dall’Istituto in passato anche la grande scrittrice Natalia Ginzburg".