
L’assessore Aguzzi con le maestranze della Beko
La città della carta rischia un nuovo terremoto occupazionale, il sindaco Daniela Ghergo chiama la Regione e tutte le forze politiche e chiede la riconvocazione del tavolo sul lavoro e sulle imprese. "C’è indubbia preoccupazione – rimarca il primo cittadino - per le notizie che arrivano dalla Beko Europe ex Whirlpool. La decisione di ridurre drasticamente i dipendenti presenti in Polonia con 1.800 licenziamenti e la chiusura di due stabilimenti, rende necessario un chiarimento e delle esplicite garanzie sulla politica industriale dell’azienda nelle altre unità produttive italiane, in particolare di quelle presenti a Fabriano. La mancanza di chiarezza dell’azienda e l’assenza di interlocuzione con il Ministero delle Imprese rappresentano segnali che ingenerano grande preoccupazione. Nelle scorse settimane ho avviato le necessarie interlocuzioni con l’assessore regionale Stefano Aguzzi e con le confederazioni sindacali al fine di convocare il tavolo sul lavoro e sulle imprese che si era costituito lo scorso anno e che si riunirà nel mese corrente. Le ricadute di una crisi aziendale sul nostro territorio, in termini occupazionali – rimarca il primo cittadino – sarebbero devastanti. E’ necessario pertanto il coinvolgimento di tutte le forze politiche e sociali del territorio affinché venga scongiurato il rischio di un suo ulteriore impoverimento che rappresenterebbe una ferita gravissima per un distretto industriale che, con fatica, sta cercando di riprendersi e ripartire". Nei prossimi giorni a Melano e nella sede impiegatizia di Fabriano i sindacati convocheranno le assemblee. Due le ore di sciopero già proclamate, in modo unitario, dai Fiom-Fim-Uilm nazionali per giovedì prossimo. "Non siamo disponibili ad aspettare supinamente un disastro annunciato. La notizia data da Beko Europe-ex Whirlpool al Cae (Comitato aziendale europeo) nella mattinata del 5 settembre, della chiusura di due stabilimenti produttivi in Polonia con 1.800 licenziamenti, - attaccano i sindacati - è l’ennesima decisione presa da Beko Europe senza un reale confronto sindacale. Ricordiamo che Beko Europe ha chiuso anche uno stabilimento nello scorso luglio in Gran Bretagna". Intanto nei cinque stabilimenti italiani, ricordano le organizzazioni sindacali "prosegue la cassa integrazione e soprattutto non è pervenuta nessuna risposta dal fronte aziendale alle richieste sindacali di rilanciare gli di rilanciare prodotti e investimenti al fine di saturare e mettere in sicurezza i nostri stabilimenti, né è stato chiarito quale impatto i 2mila esuberi dichiarati sugli impiegati avranno nel nostro paese". E "nessuna convocazione è arrivata dal Governo che si era impegnato alla ripresa del confronto con Beko entro settembre".
Sara Ferreri