Tatua minore, genitori lo minacciano

Il ragazzo l’aveva fatto di nascosto: sono finiti a processo per estorsione e ieri sono stati condannati

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di Marina Verdenelli

Desiderare un tatuaggio al punto farlo di nascosto da mamma e papà. E’ quello che avrebbe fatto un adolescente inguaiando il titolare di una attività preposta perché non era maggiorenne. Il tatutore si è visto piombare i genitori in negozio e subire minacce per far cancellare il disegno dal braccio del figlio. "Ti ammazzo, restituiscici i soldi, è meglio che la risolviamo se non finisce male". Così si sarebbe sentito dire il titolare che dopo le prime visite e dopo aver in parte anche dato dei soldi a quei genitori si è rivolto ai carabinieri per denunciare i fatti perché impaurito che gli potesse succedere davvero qualcosa di brutto. Moglie e marito, lei 40 anni, lui 45, entrambi romeni, sono finiti a processo per estorsione. Era dicembre del 2018 quando il ragazzino, 16 anni, aveva raggiunto da solo il negozio di tatuaggi, a Falconara, desideroso di farsi il suo primo tatuaggio. Il capolavoro gli era costato 200 euro e aveva preso tutto l’avambraccio. Felice e contento il minorenne era tornato a casa dove era stato impossibile nascondere la pelle ormai marcata dal nero dell’inchiostro. La madre e il padre si erano subito accorti e quello che per lui doveva essere quasi un auto regalo di Natale si è trasformato in un incubo. I familiari volevano che lui se lo togliesse. Così moglie e marito hanno raggiunto il negozio, furiosi, Prima è entrata la donna. Ha chiesto spiegazione, su come mai avesse fatto un tatuaggio ad un minorenne, senza l’autorizzazione dei genitori. Il tatuatore aveva cercato di spiegare che non immaginava che il ragazzino non avesse la maggior età. "Adesso vogliamo i soldi indietro - gli avrebbe intimato la 40enne – ti ammazzo, ora chiamo mio marito". In due avrebbero continuato a minacciarlo facendosi comunque dare 900 euro. Una volta usciti dall’attività il tatuatore, terrorizzato, si era rivolto ai carabinieri. Avviata una indagine i militari erano risaliti alla coppia procedendo con la denuncia. Il caso è finito in tribunale, davanti al collegio penale presieduto dal giudice Carlo Cimini, che ieri ha condannato entrambi gli imputati, difesi dall’avvocato Michele Carluccio, a quattro mesi ma derubricando il reato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni. La difesa ha sostenuto che i genitori volevano solo far togliere il tatuaggio non autorizzato al figlio e per farlo dovevano farlo con una procedura costosa così si erano rivolti al tatuatore che avrebbe omesso di chiedere i documenti al ragazzino.