
Vittima una 30enne di origine ucraina, un trentenne sotto accusa
Rimane incinta del fidanzato e decide di andare a vivere con lui a casa della sua famiglia. Il rapporto, condizionato anche dai genitori di lui, inizia a sgretolarsi e dopo la nascita della bambina la donna, 30 anni, di origine ucraina, decide di lasciare il compagno pur rimanendo a vivere per un periodo in casa sua e dei suoi genitori. Da qual momento per la 30enne sarebbe iniziato un periodo di vessazioni culminato con una aggressione fisica che l’ha fatta finire in ospedale con sette giorni di prognosi. L’episodio delle percosse, in cui l’ex compagno le avrebbe stretto anche le mani al collo come per strangolarla, ha portato la donna a rivolgersi alla polizia e sporgere denuncia. Era settembre del 2023 quando fu aggredita. Già da due anni prima però avrebbe subito violenze psicologiche non solo da parte dell’ex compagno, un suo connazionale, pure lui 30enne, ma anche dai familiari di lui, la madre e la sorella. L’ucraino ieri è stato rinviato a giudizio per maltrattamenti in famiglia e lesioni. Il processo inizierà l’8 gennaio. La vittima si è costituita parte civile con l’avvocato Michele Zuccaro. L’ex è difeso dall’avvocato Cinzia Bruschi. Stando alle accuse i maltrattamenti si sono verificati fino al 2021. L’uomo non l’avrebbe ritenuta una brava madre, l’avrebbe offesa dandole della malata mentale e l’avrebbe minacciata di toglierle la bambina che avevano avuto dalla loro relazione. "Ti metto la droga in casa e chiamo la polizia" le avrebbe detto. Anche i familiari di lui lo avrebbero sostenuto filmandola e registrandola quando stava in casa con la figlia per farla passare per una cattiva madre. Quando ha lasciato la loro abitazione avrebbero continuato. I maltrattamenti subiti avevano portato la vittima a chiamare la polizia inizialmente ma poi non fece denuncia pensando di poter risolvere la cosa. La situazione però non è migliorata così ha presentato le prime due denunce, una a marzo 2023 e una a dicembre 2023, due mesi dopo l’aggressione fisica. A settembre dello stesso anno lui l’avrebbe incontrata per la strada presa per una mano e stretto forte il collo scaraventandola poi su una automobile parcheggiata. La donna sarebbe caduta a terra e lui si sarebbe allontanato con la loro figlioletta piccola che avrebbe assistito all’aggressione della madre.
Marina Verdenelli