Virna Lisi, una diva-antidiva: incantò Sinatra e rifiutò un Bond

Nella sua città d’origine apre oggi a palazzo Bisaccioni la retrospettiva sull’attrice. In un libro le immagini tra pubblico e privato dell’artista marchigiana e romana d’adozione

Virna Lisi in uno scatto della mostra di Jesi

Virna Lisi in uno scatto della mostra di Jesi

Jesi (Ancona), 15 dicembre 2023 – ”Una donna che si è fatta da sola, che è passata dal rubare le mele ai maiali per sfamare i suoi fratelli dall’indigenza bellica a conquistare gli Stati Uniti come una delle attrici più belle e brave del mondo. Mia madre è stata questo: diva e antidiva".

Sono le parole di Corrado Pesci unico figlio dell’indimenticabile Virna Lisi, in occasione della mostra che oggi Jesi, la città in cui la grande attrice è cresciuta (è nata ad Ancona ma da una famiglia originaria di Jesi) le dedica a palazzo Bisaccioni.

"Virna Lisi. Diva e antidiva" appunto che non è solo una mostra sulla sua vita e quindi una dimensione privata e familiare e sulla sua gloriosa carriera iniziata all’età di 15 anni, ma anche un volume curato da Bruno di Marino con foto della cineteca nazionale e materiale documentario della Fondazione Virna Lisi, fondata proprio dal figlio Corrado. La mostra vuole rendere omaggio alla grande attrice, marchigiana e romana d’adozione.

Nel volume il racconto inedito del figlio Corrado – nato dall’amore durato per ben 53 anni di Virna con l’architetto romano Franco Pesci – il quale esordisce: "Virna Lisi è stata una madre, una moglie, una nonna, un’amica, prima ancora di essere una grande interprete cinematografica.

Legatissima alla famiglia, era il perno intorno a cui ruotava tutto (per la famiglia ha rinunciato a ruoli importanti in Barbarella, Love Story e un episodio di James Bond, ndr ) E, con la sua incredibile energia, è riuscita a coniugare la sfera professionale e quella personale, il lavoro sul set e la gestione della casa, con grande naturalezza. Solo quando è scomparsa ci siamo resi conto di quanto tutto ciò fosse complicato e faticoso".

Virna Lisi, all’anagrafe Pieralisi, apparteneva ad una famiglia borghese. Suo cugino era l’imprenditore Gennaro Pieralisi scomparso tre anni fa e che andava orgoglioso della cugina diva del cinema, del teatro e della tv.

"Se la mia famiglia resta unita, guardi – aveva dichiarato Virna a 28 anni in un’intervista di Oriana Fallaci - è perché sono una donna seria. È facile per una attrice permettersi divagazioni sentimentali, quasi inevitabile spesso, ma io non me ne sono mai permesse, mai mai mai! Io ho conosciuto solo un uomo, mio marito, e a lui resto fedele perché penso che questo sia la cosa più giusta da fare".

"Diva e antidiva", ideata dal Mauro Tarantino, segretario generale della Fondazione Carisj ripercorre l’ascesa artistica di Virna: sei Nastri d’argento, un premio per migliore interpretazione femminile a Cannes, quattro David di Donatello.

Dall’altro la Virna Lisi schiva e riservata, da buona marchigiana, pronta a rinunciare allo star system ma non agli affetti della famiglia. In mostra anche una foto che ha fatto la storia: un primo piano di una donna bellissima (la stessa che ha fatto innamorare pure Frank Sinatra) con la schiuma da barba sul viso, un rasoio pronto a tagliare. Era il 1965 e l’art director di Esquire, George Lois cercava una donna particolare per la cover che aveva in testa: l’idea era di raccontare la mascolinizzazione della donna americana a Hollywood: "Why can’t a woman be more like a man?".

Lois aveva ricevuto i rifiuti di Jayne Mansfield e Kim Novak. Farsi la barba? Era troppo. Ma la "diva antidiva" accettò regalando al mondo un’immagine tra le più iconiche e riprodotte. Poco prima che morisse, il figlio l’aveva spinta a scrivere un libro sugli episodi incredibili vissuti e i personaggi famosi frequentati: statisti, re, principi, grandi attori come Liz Taylor e Richard Burton. Aveva appena cominciato a costruirlo quando se n’è andata.