Bernardina Berardi: "Io, la commerciante più storica di Ancona"

Ha 88 anni e da 70 è nella sua boutique di corso Mazzini: "Non lo vedo neanche più come un lavoro, mi diverto"

Bernardina Berardi, 88 anni, da 70 gestisce il negozio di corso Mazzini

Bernardina Berardi, 88 anni, da 70 gestisce il negozio di corso Mazzini

Ancona, 20 gennaio 2023 - "Mi piace stare al pubblico, sono logorroica, io non lo vedo più nemmeno come un lavoro, mi diverto. Sono stata la prima ad avere il vintage". La testa e la parlantina sono fresche e piene di entusiasmo come di chi si è appena affacciato al suo primo lavoro ma lei, Bernardina Berardi, ha alle spalle 70 anni di servizio, tutti spesi nel negozio di abbigliamento per signore di corso Mazzini, dove da giovanissima ha iniziato a lavorare alla "Boutique Grazia", proprio davanti alla mensa del povero.

E’ la commerciante più storica del corso Vecchio e il suo è indubbiamente un negozio vintage, ad iniziare dalla vetrina, ancora a cassettoni esterni e con la moquette di rifinitura. Il Carlino l’ha incontrata ieri mattina e ci ha raccolto la sua storia che sa di vecchie usanze e fa stringere anche un po’ il cuore. "Sapete quanti anni ho io? - ha detto Berardi – Sono del ‘34, sono nata l’11 di febbraio. Quasi 89 anni. Mi dovevo chiamare Bernadette ma in quegli anni c’era Mussolini e i nomi francesi non li gradiva così mio padre mi mise di nome Bernardina. Ho fatto anche la scuola io, le Magistrali a Colleameno".

Le chiavi del negozio in un portachiavi che scende dal collo, la mascherina Fp2 abbassata, un vestito a righe colorato e sopra una giacchina leggera. Era vestita così ieri Bernardina, per nulla intimorita del freddo di gennaio. Il negozio, quando il Carlino è arrivato, era stato momentaneamente chiuso. La storica commerciante era uscita per fare scorta di rullini di carta per il registratore di cassa.

"Io questa città l’ho vissuta intensamente – ha osservato – tutto è iniziato con i miei genitori, papà Bruno Berardi e mamma Elisa Zoppi. Nel 1930 hanno aperto un negozio di tessuti qui a fianco (dove oggi c’è la pizzeria del Papa, ndr). Mio padre era molto amico di due ebrei e in quel negozio prima c’erano loro. Hanno dovuto lasciare la città perché già iniziavano i problemi per loro e dissero ai miei genitori di prenderlo loro quel negozio. Mamma è poi diventata vedova presto. Fu lei a spingermi a prendere il negozio che ho oggi perché rischiava di finire nelle mani di Lolli Blocco che avrebbe fatto concorrenza al negozio di tessuti di mia madre, allora io e un’altra commerciante lo abbiamo preso, poi sono rimasta solo io".

La scelta del nome è stata affidata alle riviste che erano in voga quel tempo. "Non volevo mettere il mio nome – ha confessato Bernardina – non mi piaceva essere sulla bocca di tutti, così c’era da scegliere tra Grazia e Annabella, che erano due riviste femminili. Ho scelto Grazia perché Annabella era troppo presuntuoso. Quel nome ancora oggi è rimasto". Bernardina aveva 20 anni quando ha iniziato a fare la commerciante. Oggi è vedova, "fortunatamente" ha scherzato. All’epoca prendeva il treno e raggiungeva le città dell’alta moda per vedere cosa andava di tendenza. Il Pitti a Milano ma non solo, anche le fiere del vintage seguiva ben prima che andassero di moda. "Sono sempre stata intuitiva – ha detto la negoziante – ecco perché ancora oggi resisto. In tanti mi dicevano ‘il tuo negozio è destinato a chiudere’ invece sono io che li ho visti chiudere tutti".

Nata a Falconara è cresciuta in corso Amendola e le prime forniture "le facevo dai grossisti qui in centro – ha raccontato Bernardina – uno era Rocchetti, che aveva il magazzino in corso Garibaldi, sopra all’ex negozio Ratti e da un altro dove c’era il Metropolitan". I primi clienti erano russi perché "al porto arrivavano quelle navi lì – ha aggiunto la commerciante – e compravano impermeabili e le calze di daino per le loro signore". Una ricetta per il commercio dorico Bernardina la ha. "Gli anconetani hanno poca voglia di lavorare – ha detto – bisogna correre oggi. Anche per me è difficile ma resisto. Ci sono troppi mercati e mercatini, penalizzano il negozio".