Dall’urlo di Roma, all’indimenticabile Ventura

I playoff hanno dato grandi soddisfazioni ai biancorossi. La vittoria più bella al 118esimo contro l’Ascoli nella finalissima di Perugia

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di Andrea Fiano

Il giardino di casa dell’Ancona sono i playoff. L’affermazione è figlia dalla storia delle partecipazioni biancorosse alle varie edizioni dei post season. Mini tornei che si accodano ai campionati e in cui i dorici hanno finito spesso e volentieri per festeggiare. Quello che comincia domani al Del Conero contro l’Olbia chissà che percorso sarà, ma uno sguardo al passato magari lo avrà dato Colavitto, traendo spunti e iniezioni di fiducia. Stadio Olimpico, 15 giugno 1997; Renato Curi 11 giugno 2000; Del Conero 8 giugno 2008. Nel recente passato questi sono tre flash di pura euforia biancorossa e altrettante promozioni dalla C alla B. Nella ram personale di ogni tifoso dell’Ancona c’è Fabio Brini portato in trionfo dopo il successo sul Savoia a Roma firmato da Tentoni in volo di testa. Oppure il selvaggio urlo del collega Mauro Anconetani al sinistro dal limite dell’anconetano Mirko Ventura che ha ammutolito l’Ascoli al minuto 118 di una finale playoff in salsa derby. O ancora la doppia sfida Ancona-Taranto con i gol di Mastronunzio e Fialdini nella gara di ritorno a stendere i pugliesi, dopo lo 0-0 nell’andata allo Iacovone, e conquistare il salto di categoria. Per chi avesse voglia di sfogliare le pagine dell’ultracentenaria storia calcistica dorica, il favorevole bilancio negli spareggi, una volta non si usava il termine playoff importato dall’inglese, inizia negli anni Quaranta. È l’Anconitana dei record, quella di Degni. Stagione 194145, serie C, girone F: la premiata ditta Fiorini-Silvestrelli segna a raffica e la stagione regolare si chiude col primo posto e 10 punti di vantaggio sul Forlì. La B arrivò il 9 agosto 1942 dopo che i biancorossi hanno battuto nelle fasi nazionali Palermo, Cuneo e Varese. Senza dimenticare salvezze conquistate ai playout nelle stagioni 199899, 200607 e 200809. Non sempre è stata festa, ma le delusioni sono una minoranza. Ci sono da considerare le due sconfitte sul campo a cui poi sono succedute promozioni d’ufficio attraverso il ripescaggio. La monetina che ha sorriso all’Osimana nello spareggio al Diana (28 maggio 1978) per il quarto posto, ma il club del presidente Maiani sapeva già che al piano di sopra ci sarebbe andato comunque con la ridefinizione dei campionati e la formazione della C2. Oppure il Sassuolo che ha avuto la meglio nella semifinale playoff di C2 nel maggio 2006 (3-2 emiliano all’andata, 1-0 della compagine di Lombardo nel ritorno, ma neroverdi avanti per il miglior piazzamento in classifica, ndr), ma poi in estate l’Ancona si ritrovò allo stesso modo in C1 coi buoni uffici di patron Schiavoni. E poi ci sono i veri e propri passi falsi. Il primo in assoluto con la Puteolana nel maggio del 1922 nella semifinale di Lega Sud. Poi con l’Alba Roma nella doppia finale della Lega Sud (luglio 1925) che avrebbe lanciato l’Anconitana di Bakony addirittura a giocarsi lo scudetto col Bologna, finalista per la Lega Nord. Oppure lo spareggio contro il Chinotto Neri e la beffa al vecchio Dorico di Morgia su Mattrel (16 giugno 1957) con la squadra di Carletto Parola che vide sfumare la C. Ora tocca all’Ancona Matelica di Colavitto.