
"Ho sognato anche di vincere lo scudetto di volley femminile. Ma per cucirsi addosso il tricolore ci vogliono fortuna e soldi. Oltre due milioni e mezzo. A Filottrano, solo con il contributo della Lardini, non è possibile".
Parole e musica di Luigi Lardini. Uno che di cucito se ne intende. E tanto. Sessanta anni e sulle spalle, assieme ai fratelli Andrea, Lorena e Annarita, un’azienda di abbigliamento con 650 dipendenti diretti, oltre mille considerando anche l’indotto. Un imprenditore vincente. A livello mondiale.
"A me piace vincere. Anche nello sport. E allora preferisco serie inferiori, ma con qualche soddisfazione". Dobbiamo attenderci un passo indietro del volley filottranese dove Lardini è main sponsor da quasi venti anni? "Non abbiamo ancora deciso niente, è legato a quello che sta succedendo, se ci sarà una ripresa. Ma dire oggi di disputare l’A1 o l’A2 sarebbe da incoscienti. Non sono ottimista per niente. Anzi prevedo a settembre qualcosa di catastrofico se nessuno farà niente, se seguitiamo così. Potrebbe sparire il ceto medio. La gente, soprattutto quella che dovrà pagare un affitto, ci penserà prima di tirare fuori qualche euro per andare a vedere una partita".
Lardini parla a livello generale, non solo sottorete. Dove... "ha già deciso per buona parte la pandemia. Adesso la nostra priorità è pagare la cassa integrazione ai dipendenti. Finora siamo riusciti ad anticiparla. C’è liquidità, l’azienda è solida. Ci sorreggiamo grazie ai dipendenti e quindi dobbiamo saperli mantenere in questo momento difficile. Ci stiamo riuscendo". La Lardini non si è quasi mai fermata. Neanche durante il lockdown. Producendo e regalando sessantamila mascherine alla popolazione, a chi ne aveva più bisogno. Sensibilità, concretezza. Lo sport ora passa in secondo piano. "Tanti stanno uscendo da questo virus con le ossa rotte. E’ chiaro che cercheremo di non lasciare il volley. Il contributo nel nostro piccolo l’abbiamo sempre dato. Anche ad altre realtà sportive, alle sagre. Se non cambierà qualcosa però dovremmo fare dei tagli". Lardini sponsor anche nel calcio che conta: Coppa Italia e Supercoppa Italiana. "Anche lì dobbiamo vedere. Molti considerano questa pandemia come l’11 settembre. E’ un qualcosa di più. Uno stop a livello mondiale. Si sta annullando tutto. Dove sono le cerimonie? Spariti matrimoni, comunioni, cresime. Sta sparendo tutto. Dico che dobbiamo stare attenti alla mela che abbiamo conservata in casa. Se mancano riso e pane poi si incavola anche il popolo italiano. Più che il patentino di immunità ci vorrebbe quello per andare a votare. Per evitare di fare danni". Lardini torna sottorete. "In questi anni mi sono emozionato. Molto. Soprattutto all’inizio dell’avventura in A. Sembravo un bambino. Felicissimo nell’anno della vittoria della Coppa Italia di A2 e del campionato con la promozione in A1". Poi…
"La passione è calata. Nelle ultime due stagioni sono andato pochissimo al palas. Perché? Sono un vincente, non mi piace perdere". Un pensiero ai tifosi? "Non vorrei dare loro false illusioni, travagliarli. Aspettiamo quello che succederà. Il tempo ci dirà tutto".
Michele Carletti