"È il massimo una piazza come Ancona"

Alessio Palladini è uno dei volti nuovi dei dorici: "Avevo possibilità in C, ma il pressing dei biancorossi è stato molto insistente".

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di Andrea Fiano

"Ci sarà molta competizione nell’Eccellenza dell’anno prossimo, ma l’Anconitana dovrà pensare a fare il suo percorso, vincere è l’unica cosa e c’è la consapevolezza che non si possa sbagliare". Idee chiare e voglia di cominciare non gli mancano. D’altronde ogni calciatore, dopo cinque mesi di stop forzato, non vede l’ora di ritrovare il pallone tra i piedi. Ad aumentare stimoli e motivazioni di Alessio Palladini c’è l’imminente inizio di una nuova avventura con la maglia biancorossa. Figlio d’arte, il papà Ottavio è una bandiera della Samb con importanti trascorsi anche al Pescara, sambenedettese, classe ‘99, ha firmato nella giornata di lunedì dopo un corteggiamento dimostratosi convincente da parte del club dorico.

Ci racconta intanto come è nata la trattativa?

"Era da tempo che sentivo dell’interessamento da parte dell’Anconitana e, dico la verità, all’inizio ho valutato tutti i pro e i contro dell’eventualità di scendere in Eccellenza perché avevo richieste in C. Però le trattative si sono allungate e il pressing dell’Anconitana si è fatto più forte. Mi è stato proposto un progetto di tre anni ed è difficile dire di no a una piazza come questa, adesso non vedo l’ora di cominciare".

Qual è il suo ruolo a centrocampo?

"Parlando con i direttori che già mi conoscevano (Pieroni e Arcipreti) io posso giocare sia davanti alla difesa che come mezzala a tre, ma lo scorso anno con la Sangiustese ho giocato anche a due in mezzo. Quindi non ho nessun problema perché mi adatto bene a ogni posizione e mi reputo un centrocampista moderno".

Dal Teramo alla Sangiustese, qual è stato il suo percorso?

"Sì, a Teramo dal settore giovanile sono stato aggregato alla prima squadra a 17 anni, ma alla fine del mercato, dopo il ritiro, mi sono ritrovato chiuso e con le squadre fatte quindi ho accettato il Grottammare in Eccellenza, poi il Giulianova e il Porto Sant’Elpidio con cui ho vinto i playoff di Eccellenza. Infine la serie D alla Sangiustese nella scorsa stagione".

L’Eccellenza marchigiana la conosce molto bene dunque?

"E’ vero e ogni anno si alza di livello perché scendono giocatori di categoria superiore e rispetto agli anni passati ci sono più squadre che ambiscono alla vittoria finale. Ancona è una piazza talmente importante che non può stare a guardare quello che fanno le altre".

Com’è il rapporto con suo padre Ottavio?

"Mi consiglia senza però mai entrare troppo nel mio percorso perché fin da piccolo mi ha sempre detto che avrei dovuto fare tutto da solo. Sulla possibilità dell’Anconitana c’è stato poco da dire, mi ha ricordato che anche si tratta di scendere di categoria mi sarei misurato con una piazza importantissima e che non ha nulla a che vedere con l’Eccellenza".