Umberto Bossi al momento non rieletto. Il Senatùr paga il tonfo della Lega

Era candidato nel primo collegio plurinominale della Circoscrizione Lombardia 2. Dal 1987 era sempre stato eletto

Renzo Bossi con il padre Umberto (foto Instagram)

Renzo Bossi con il padre Umberto (foto Instagram)

Umberto Bossi, padre fondatore della Lega Nord  dopo nove legislature consecutive, a partire dal 1987,  non sarebbe stato rieletto, secondo quanto riporta l'AdnKrons. Sono 23 i candidati della Lega eletti nella quota proporzionale dei 114 spettanti al centrodestra. Nell'elenco pubblicato sul sito del ministero dell'Interno al momento non figura il nome di Umberto Bossi. Nel primo collegio plurinominale della Circoscrizione Lombardia 2 dove il senatur era candidato come capolista, il Carroccio non ha infatti ottenuto alcun seggio e uno solo è andato alla coalizione, attribuito a Fratelli d'Italia, sempre secondo quanto risulta dal sito del Viminale. La notizia circola anche in ambienti leghisi: Umberto è fuori, dicono in molti.

Dopo 35 anni in Parlamento, dunque Umberto Bossi rischia di essere escluso. Candidato nel collegio plurinominale di Varese, potrebbe risultare non eletto per un complicato gioco di resti. "È il famoso flipper, mi sembra strano per i numeri di rappresentanza, ma dobbiamo verificare", dice contattato telefonicamente dall'Ansa l'onorevole Fabrizio Cecchetti, capogruppo lombardo della Lega. "Di ufficiale non c'è nulla" , aggiunge spiegando che bisognerà aspettare gli ultimi conteggi. Per il fondatore della Lega l'unica speranza è il ripescaggio con il calcolo dei resti. "Vedremo domani con i dati definitivi", commentano altre fonti della Lega.

Umberto Bossi,aveva votato domenica  pomeriggio, attorno alle 15.15 al seggio elettorale della sua Gemonio, in provincia di Varese.  Solo la settimana prima pèerò aveva saltato, anche qui per la prima volta, l'appuntamento con Pontida. Ufficialmente per festeggiare il suo ottantunesimo compleanno in famiglia. Il fondatore della Legaaveva spento le candeline nella sua Gemonio con la moglie Manuela e i figli Renzo, Roberto e Sirio. E proprio il figlio Renzo, in quella occasione aveva scritto sui social: "Quasi 81 e sempre con il sigaro. Un giorno per la famiglia, per gli affetti. In questi anni tanta gente cara, tante battaglie e quelle importanti sempre nel cuore".

Debacle leghista in Lombardia

Umberto Bossi è una delle vittime del  boom di voti di Fratelli d'Italia in Lombardia. Un successo testimoniato anche dal risultato nei paesi simbolo del Carroccio, con una eccezione. Ovvero Cazzano Brabbia, paese di Giancarlo Giorgetti in provincia di Varese, dove alla Camera la Lega è il primo partito con il 22,25% delle preferenze tallonato dal partito della Meloni al 22,02. Il dato più schiacciante è quello di Ponte di Legno, la cittadina nelle montagne del Bresciano dove Umberto Bossi ha passato per anni le vacanze facendo diventare una tradizione il suo comizio di Ferragosto. Fratelli d'Italia è arrivato al 44,32% alla Camera e al 45,05% al Senato mentre la Lega si è fermata al 17,41 per Montecitorio e al 17,01 per Palazzo Madama. Nel 2018 il Carroccio era sopra il 40%, Forza Italia fra il 17 e il 18 e FdI non arriva all'8. Certo si tratta di cittadine con pochi abitanti ma la differenza è comunque molto forte. A Gemonio in provincia di Varese dove  Bossi vive, Fratelli d'Italia supera il 29% mentre la Lega si ferma poco sopra il 15. Un risultato simile a quello di Cassano Magnago dove il fondatore del Carroccio è nato: Meloni è oltre il 30% mentre Salvini ottiene la metà delle preferenze. fra il 16,29 (al Senato) e 15.84 alla Camera. Meno forte, ma comunque presente, un divario anche a Pontida, dove la Lega organizza il tradizionale raduno. Fratelli d'Italia supera il 30 mentre il Carroccio si ferma al 23. 

I big esclusi

Umberto Bossi potrebbe non essere l'unico big escluso in questa tornata elettore. Emma Bonino ha perso la sfida romana ma ha chiesto il riconteggio, Giulio Tremonti ha perso la sfida milanese con Benedetto Della Vedova. Escluso eccellente anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ha perso la sfida con l'ex ministro Sergio Costa (M5s) nel collegio uninominale di Napoli Fuorigrotta.  Dopo 28 anni potrebbe uscire dal parlamento Stefania Prestigiacomo (FI), anche se i conteggi non sono definitivi. Fuori anche l'ex ministra di Iv Teresa Bellanova. Ko elettorale per il senatore leghista Simone Pillon, attivo sul fronte conservatore dei diritti umani, e per la dem Monica Cirinnà sua storica antagonista sui temi sociali. Nessuna poltrona in Senato per Gianluigi Paragone, il suo partito, Italexit, non è riuscito a sfondare la soglia del 3% e rimane al palo anche il piddino Andrea Marcucci.