Allarme Cna: "Il 95% degli artigiani deve fare i conti con il caro energia"

L’aumento maggiore si è registrato nel settore delle costruzioni con un 33,1% di aumento sui consumi Per i trasporti con un 31,9% e per la manifattura con il 29.9%. Incrementi più lievi per turismo e commercio

L’aumento maggiore si è registrato nel settore delle costruzioni con un 33,1% di aumento

L’aumento maggiore si è registrato nel settore delle costruzioni con un 33,1% di aumento

Grosseto, 27 gennaio 2022 - Sono centinaia se non migliaia i grossetani che in questi giorni stanno toccando con mano i pesanti rincari dell’energia. Aumenti vertiginosi che riguardano tanto la componente gas, quanto quella elettrica.

Un problema molto serio che intacca sia le famiglie in quanto tali, sia come nucleo sociale in qualche modo agganciato al settore produttivo della Maremma. Se le bollette in arrivo sono, infatti, una bella botta per le tasche dei singoli cittadini, a maggior ragione a soffrire dei rincari sono le imprese della provincia di Grosseto.

Ne sa qualcosa Cna Grosseto, associazione degli artigiani che in questi giorni sta ricevendo molte richieste di informazioni da parte dei propri associati proprio in relazione al ‘caro bollette’.

Secondo uno studio elaborato proprio da Cna, il rincaro dei costi per l’energia, nell’ultima parte del 2021, ha fatto aumentare di oltre il 30% la spesa media rispetto al 2019, per i settori delle costruzioni e dei trasporti, mentre la filiera del turismo registra un incremento sotto al 20%. Dai dati raccolti emerge che per il 95% delle imprese il caro-bollette peserà sull’attività, mentre solo il 5% dichiara che non ci saranno effetti significativi.

L’aumento maggiore si è registrato nel settore delle costruzioni, con un 33,1% di rincaro sui consumi, per i trasporti, con un 31,9% e per la manifattura, con il 29.9%.

Incrementi più lievi, del 21,4% per il commercio, il turismo (con il 18,6%) e per gli altri servizi, con un 23,3%. Per far fronte al caro-energia, il 53% delle imprese si vedrà costretto a ritoccare i listini, in particolare manifattura e costruzioni (rispettivamente 62,8% e 54,4%) mentre il 66% delle imprese di trasporto, il 64% dei servizi alle imprese e il 56% dei servizi alla persona indicano che manterranno invariati i prezzi.

Per il 77,5% del campione ci saranno tagli ai margini di guadagno, solo il 10,6% prevede di ridurre la produzione e il 6,8%, pari a 200mila imprese, prospetta il fermo dell’attività a causa di costi.

Il sistema delle imprese sta già realizzando una serie di iniziative per attutire l’impatto del caro-energia, in particolare il 43,6% del campione intende ridurre altre voci di spesa e il 42% pensa di aggiornare con maggiore frequenza i listini. Rilevante la quota di imprese (37% del totale) che è orientata a rinviare investimenti programmati.

«Le imprese hanno suggerito anche strategie nazionali per fronteggiare questo aumento – dice il direttore Anna Rita Bramerini – oltre il 91% delle imprese intervistate indica la priorità di potenziare la produzione di energia da fonti rinnovabili, mentre per l’84% è necessario ammodernare le infrastrutture di rete e per il 77,3% serve assicurare una effettiva concorrenza nel mercato dell’energia elettrica".Il caro-energia, comunque, rischia di frenare la ripresa.

"Ed è quindi fondamentale – conclude Anna Rita Bramerini – individuare soluzioni strutturali, anche perché la distribuzione degli oneri generali di sistema è fortemente iniqua e penalizza maggiormente le imprese più piccole".