In ricordo di monsignor Lino Goriup

La Voce dei lettori

Scrivo in merito all'articolo su monsignor Lino Goriup pubblicato sul vostro giornale (https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/lino-goriup-il-prete-e-l-uomo-l-eredit%C3%A0-del-parroco-della-gente-1.5273705). Sono sua cugina nonché una vostra collega del Piccolo di Trieste. Laddove si dice "Aveva un babbo che fuggì dall’Istria con l’ultimo treno", vorrei precisare che era la mamma di Lino, Emy, a essere italiana e ad aver vissuto il dramma dell'Esodo. Era originaria dell'isola di Lussino, quindi del Quarnero più che dell'Istria, a voler essere precisi. Goriup è invece un cognome sloveno. Il ramo paterno della famiglia, Mario compreso, appartiene alla Comunità slovena in Italia: durante il ventennio ha subito le persecuzioni anti-slave fasciste tra cui l'italianizzazione forzata, tramite divieto di parlare la lingua madre slovena e riscrittura del cognome (originale era Gorup). Vi sarei grata se poteste trovare un modo di ricordare entrambe le storie: Lino sentiva di appartenere appunto a entrambe. Tecnicamente lui (come me) era un bisiaco, cioè nato nell'area geografico-culturale della Bisiacaria, nello specifico a Monfalcone, dove Emy e Mario si erano conosciuti. Ci teneva. Grazie, Lilli Goriup