Cortei no Green pass, la paura delle città alla vigilia del weekend più critico dell'anno

Prefetture e questure in allerta dopo lo stop del ministro, si teme il caos. Oggi vertice a Milano e Roma, a Torino gli irriducibili tornano in piazza Castello

Il blocco della polizia alla manifestazione contro il green pass obbligatorio in centro

Il blocco della polizia alla manifestazione contro il green pass obbligatorio in centro

L’Italia è alla vigilia del weekend più difficile per l’ordine pubblico nel biennio della pandemia. Prefetture e questure delle maggiori città sono in una morsa: da una parte il Governo che, tramite l’ordinanza del Viminale, ha delegato a loro l'onere di vietare i cortei dei No Green pass (e non solo) nei centri storici e vicino agli obiettivi sensibili, di fatto permettendo solo presidi e sit-in in zone autorizzate. Dall’altro il fiume di potenziali antagonisti, che nelle scorse settimane ha causato non pochi problemi alle forze dell’ordine, al traffico e persino alle terapie intensive, con un aumento dei contagi nelle aree (in testa quella portuale di Trieste) dove i no pass e i no mask si erano concentrati in spazi ristretti.

I casi scatenanti

Per il ministro degli Interni Luciana Lamorgese le situazioni chiave che avevano determinato lo scattare delle nuove regole erano state molteplici: a partiree dai primi disordini di Torino, fino all’assalto alla sede della Cgil a Roma, coordinato da movimenti di estrema destra come Forza Nuova, senza trascurare appunto i cortei di Milano, che per sedici settimane avevano causato enormi problemi al traffico e agli esercizi commerciali, specie dopo aver deviato dai percorsi concordati con la Questura. Fino al caso Trieste, che aveva visto schizzare in alto il tasso di positività nel Friuli Venezia Giulia, tanto da far firmare al sindaco Piazza uno stop assoluto alle manifestazioni, prima ancor a che arrivasse l’input del Viminale.

Salvini e Meloni controcorrente

Zone sensibili delle città - come il quadrilatero della moda a Milano o piazza del Popolo a Roma - saranno dunque interdette alle manifestazioni di ogni tipo, non solo quelle contro le misure governative sul Covid, secondo quanto indicato ai prefetti dalla direttiva firmata mercoledì sera dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Sul piede di guerra ora ci sono però i promotori delle proteste, che parlano di «restrizioni illegittime». Critico anche il segretario della Lega Matteo Salvini: «più che vietare i cortei preferirei un ministro dell’Interno che vietasse gli sbarchi». Mentre la leader di FdI, Giorgia Meloni, sostiene che «il diritto di manifestare debba essere sempre garantito: le regole valgano per tutti, anche quando si ammassano migliaia di persone per manifestare per il ddl Zan». 

L'incubo degli anarchici

A Milano intanto il pm Alberto Nobili, segnala nelle mobilitazioni anche una forte presenza anarchica che tenta di inglobare i no vax, facendo proselitismo. In tutto il Paese, tra oggi e domani, sono previste riunioni dei Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica convocate dai prefetti per valutare - insieme ai sindaci - le aree delle città «di particolare interesse per l’ordinato svolgimento della vita della comunità, che potranno essere oggetto di temporanea interdizione allo svolgimento di manifestazioni». Non ci sarà il divieto assoluto, manifestare sarà ancora consentito, ma i questori potranno imporre un sit-in invece di un corteo o prevedere percorsi idonei che non impattino con aree sensibili e zone dello shopping, particolarmente affollate nei fine settimana che si avvicinano alle festività.

Il vertice dal Prefetto

A Milano - città particolarmente segnata dai cortei del sabato pomeriggio dei no pass - il Comitato provinciale si riunirà oggi. Il sindaco Giuseppe Sala si è detto «preoccupato. Sarà un pò un sabato della verità e vediamo se le regole vengono fatte rispettare, come io mi auguro». Tra le opzioni sul tavolo c’è quella di preservare il quadrilatero della moda. A Roma tra le aree da tutelare c’è piazza del Popolo, mentre si potrebbe autorizzare il Circo Massimo, più facilmente controllabile, dove sabato è prevista una protesta contro il certificato verde. A Napoli riunione domani per decidere. Sabato nel capoluogo campano è in programma l’ormai tradizionale presidio in piazza Dante dei no pass mentre i disoccupati del Movimento 7 novembre hanno annunciato un corteo, con partenza alle 14 da piazza Garibaldi, che dovrebbe concludersi proprio nei pressi della Prefettura. 

La Torino che non molla

A Torino, dove le proteste erano inziate, Marco Liccione, leader della “Variante Torinese“ che ogni sabato a piazza Castello guida la protesta contro il certificato verde, respinge «con fermezza le illegittime restrizioni imposte dal Viminale. Torino non si piegherà davanti a un Governo impegnato a calpestare, giorno e notte l’articolo 21 della Costituzione italiana», annunciando che sabato la manifestazione si «svolgerà regolarmente in Piazza Castello, con il nostro corteo pacifico». Analoghe le intenzioni di Umberto Carriera, tra i fondatori del movimento IoApro, che da settimane promuove le iniziative di piazza. 

"I contagi come pretesto"

«Basta - attacca - dare colpa alle manifestazioni all’aperto per l’aumento dei contagi, che è invece dovuto alla stagione invernale ed ai contatti che si sviluppano sugli autobus, nelle metropolitane, nelle scuole. Basta puntare il dito contro le manifestazioni che sono previste dalla Costituzione. E il ministro Lamorgese, che ha permesso assembramenti di decine di migliaia di persone per festeggiare la Nazionale di calcio ed ha consentito a persone ai domiciliari di parlare da un palco il 9 ottobre a Roma, non so come faccia ancora il ministro».