"Nozze forzate? Credetemi, sono punite". L’ambasciatore su Saman: si faccia luce

La distinzione del diplomatico pachistano: "C’è differenza tra matrimonio combinato e imposto". Sull’estradizione dei genitori: "Esiste un accordo con l’Italia. Finora non è arrivata una richiesta formale"

Le ricerche di Saman a Novellara

Le ricerche di Saman a Novellara

Jahuar Saleem, ambasciatore del Pakistan in Italia, cosa pensa della vicenda Saman?

"La sparizione di Saman Abbas a Novellara è un avvenimento profondamente spiacevole e stiamo attivamente seguendo il caso. La comunità pachistana in Italia è profondamente turbata dai dettagli emersi finora. Ci auguriamo e speriamo che al termine delle indagini sia fatta pienamente luce sui fatti. E che la giustizia prevalga".

Saman, il padre minacciò i gentiri del fidanzato

Il movente del presunto ‘delitto d’onore’ sarebbe il rifiuto di Saman ad un matrimonio.

"C’è differenza tra nozze combinate e forzate. Nei matrimoni combinati i genitori o altri membri della famiglia propongono ai propri figli o figlie il potenziale partner tenendo conto delle loro personalità e preferenze. A volte anche gli amici possono dare dei suggerimenti. Ma questi sono solo suggerimenti e nella migliore delle ipotesi si organizza un incontro. Nella maggior parte dei casi vengono offerte una serie di possibilità e possono incontrare la persona per vedere se c’è compatibilità. Ma la decisione finale spetta a chi deve sposarsi. E viene concesso loro diverso tempo".

Cioè?

"Se ad un figlio o una figlia piace qualcuno possono anche indicarlo ai genitori o agli anziani della famiglia e possono contattare la famiglia interessata. E quando si celebra un matrimonio viene chiesto agli sposi, solitamente alla presenza di centinaia di persone, se acconsentono al matrimonio: non una sola volta, bensì tre volte e sta a loro indicare la propria volontà. Un matrimonio forzato, d’altra parte, è qualcosa di totalmente diverso dove c’è coercizione e mancanza di libero arbitrio".

I matrimoni forzati sono vietati in Pakistan?

"Sono severamente proibiti dall’Islam e dalle leggi del Pakistan che vietano rigorosamente tali unioni perché costituiscono un reato grave che può comportare una lunga pena detentiva. Anzi, c’è una serie completa di leggi che prevedono sanzioni pesanti, dalle multe alle pene detentive. Inoltre, tali matrimoni sono dichiarati nulli se viene presentata una denuncia e il fatto accertato".

Come stanno reagendo alla notizia le istituzioni in Pakistan? È stata messa in atto qualche forma di collaborazione con il Governo italiano?

"Il nostro console generale a Milano è in contatto con le autorità locali di Novellara. Siamo pronti e disposti a mettere in campo qualsiasi forma di cooperazione nell’interesse della verità e della giustizia".

La rogatoria internazionale non è ancora stata completata e attivata. Ma siete in contatto con la Farnesina e col ministro Di Maio per collaborare sul caso? Gli Affari Esteri hanno detto tramite una nota che non ci sono stati contatti.

"Non siamo stati ancora contattati formalmente da nessuna autorità italiana, tramite la Farnesina. Per quanto riguarda il Ministero degli Affari Esteri, quanto espresso nella nota è assolutamente corretto. Comprensibilmente possono avviare tale contatto solo quando ricevono una richiesta formale da parte delle autorità di polizia e giudiziarie italiane interessate".

Gli Abbas sono ricercati in Pakistan. Sarà garantita l’estradizione qualora fossero trovati e che tipo di accordi sono in atto tra i due Paesi?

"Ci sono procedure di mutua assistenza legale tra i Paesi, e non appena ci sarà una richiesta formale da parte delle autorità italiane, le autorità pachistane metteranno in atto le azioni dovute. Esiste un accordo per le estradizioni con l’Italia. Se una richiesta formale sarà avanzata dalle autorità italiane, la prenderemo in carico con le autorità competenti in Pakistan, in accordo con protocolli e procedure del caso. Il Pakistan ha eccellenti trascorsi di cooperazione con l’Italia per casi di questo tipo".

Novellara e la Bassa Reggiana sono aree a grande presenza di pachistani, che costituiscono una risorsa preziosa per il territorio. Cosa ne pensa del fenomeno migratorio pachistano verso l’Italia?

"La comunità pachistana dà un contributo molto positivo all’economia e alla società italiana. Stiamo lavorando per promuovere un’immigrazione legalizzata di forza lavoro specializzata, al contempo scoraggiando quella irregolare attraverso la creazione di meccanismi istituzionali. Proprio il 24 maggio si sono tenute consultazioni consolari bilaterali di alto livello, dove questi argomenti sono stati discussi in modo produttivo".

Ci sarebbe bisogno di maggior integrazione sociale al fine di evitare questi casi?

"Per l’integrazione sociale di qualsiasi comunità con un’altra, si tratta di un processo a lungo termine che richiede comprensione e rispetto. Questo è decisamente il caso in Italia, dove osserviamo un ambiente aperto. Per questo, sono fiducioso che la comunità pachistana in Italia possa raggiungere il livello di integrazione che vediamo in Paesi come Regno Unito o Usa. Questo processo potrà godere ora di un’accelerazione, grazie alla seconda generazione di immigrati cresciuti ed educati nelle istituzioni italiane".