La svolta a sorpresa dell'Opec sul petrolio

Il cartello aumenta del 50% la produzione a luglio e agosto. Boccata d'ossigeno in arrivo per i carburanti?

Roma, 2022 - Svolta dell'Opec+ sulla produzione di petrolio. La riunione odierna dell'organizzazione, che riunisce in un cartello gli esportatori di greggio, ha portato risvolti inattesi. E insperati. L'Opec+ ha infatti deciso di portare la produzione di petrolio a oltre 600.000 barili al giorno a luglio e ad agosto. La raccomandazione è stata approvata dal Joint Ministerial Monitoring Committee. Viene confermata la strategia di aumento graduale, anticipando però di due mesi il rialzo previsto per settembre e spalmandolo in misura uguale su luglio e agosto. Si confida ora in una benedetta doccia gelata sui prezzi del greggio e, a cascata, su quelli della benzina. Con i 648mila barili annunciati l'incremento è nell'ordine del 50% rispetto a una produzione di 432mila portata avanti in questi mesi, quota fissata nel piano post pandemia. 

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Sommario

I mercati

L'aumento spiazza mercati e analisti che fino a pochi giorni fa prevedevano un 'no' dell'Opec alle richieste provenienti dall'Occidente. Già nella notte, sulle Borose asiatiche, le prime avvisaglie del cambio di rotta. Quindi Wall Street, con il petrolio Wti al Nymex che in avvio perdeva il 2,64% a 112,22 dollari al barile. Solo due giorni fa era arrivato a sfiorare i 120 dollari. Poi la sorpresa: dopo le notizie dal vertice Opec, ecco che a New York il greggio riprende la sua corsa, salendo a 116 dollari al barili, ai massimi da mesi. Da verificare se sia solo un rimbalzo momentaneo o se invece i listini abbiano 'fiutato' qualche trappola in arrivo. 

I prezzi della benzina e l'Italia

La mossa dell'Opec+ potrebbe diventare uno di quei fattori calmieranti auspicati per far scendere il prezzo della benzina e frenare le speculazioni. Dopo l'embargo deciso dalla Ue, e attivo da fine anno, sul petrolio russo via mare, le quotazioni del petrolio erano schizzate. In Italia la benzina e il gasolio volano da giorni, con la verde vicina ai due euro al self.

Il governo corre ai ripari ed è pronto a prorogare quel taglio delle accise che, già ora, viene praticamente annullato dai rincari. Senza innalzare la sforbiciata, ma semplicemente confermando il circa miliardo al mese già stanziato, i prezzi ai distributori rimarrebbero sui livelli attuali. Questo senza azioni esterne, come dovrebbero rivelarsi quelle dell'Opec.

La Cina

L'aumento della produzione potrebbe anche scongiurare la spinta ai rialzi dovuta alla domanda della Cina. L'economia di Pechino soffre per i lockdown anti Covid ed è una variabile chiave nella corsa del greggio. Dovesse ripartire (le restrizioni si stanno gradualmente attenuando) l'aumento della richiesta di petrolio porterebbe probabilmente a nuovi aumenti sui listini. 

Opec e Russia

Nel frattempo, si fanno sempre più insistenti le voci che vorrebbero alcuni membri dell'Opec pronti a sospendere la Russia dalla partecipazione all'accordo sulla produzione. Le sanzioni occidentali con l'embargo Ue possono compromettere la capacità di Mosca di pompare più greggio. Tenere fuori la Russia spianerebbe la strada ad Arabia Saudita, Emirati Arabi e ad altri Paesi che avrebbero una quota maggiore da buttare sul mercato. 

I prezzi dei carburanti alla stazione di servizio
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