Ucraina, le testimonianze da Pisa: "Mia figlia nella resistenza, andrà a combattere"

In molti alla manifestazione per chiedere aiuto al governo italiano e l'intervento della Nato per salvare i civili

Manifestazione contro la guerra in Ucraina (Foto Lazzeroni)

Manifestazione contro la guerra in Ucraina (Foto Lazzeroni)

Pisa, 27 febbraio 2022 - Testimonianze di amici e parenti degli ucraini che vivono in Toscana sono rimbalzate a una manifestazione a Pisa per chiedere il sostegno del Governo italiano e un intervento della Nato. Tra loro Nataliya Boyko, 25 anni, vive a Pisa e studia architettura a Firenze: fa vedere una foto postata su Instagram da un'amica che raffigura l'esplosione in un palazzo che ospita abitazioni civili. «La didascalia che ha scelto la mia amica - racconta - è semplice e terrificante: questa è la vista dalla finestra di casa mia».

«Il paradosso - aggiunge Oleksandr Medvid, 29 anni, residente da 10 anni a Pisa - è che nei nostri ospedali curiamo anche i soldati russi feriti in combattimento, noi siamo un popolo pacifico e solidale, Putin bombarda proprio gli ospedali e gli obiettivi civili».

«Il nemico - conclude Medvid - non è il popolo russo, ma il tiranno che lo governa». «Mia figlia mi ha chiamato la scorsa notte per dirmi che ha aderito alla resistenza e andrà a combattere. Spero che non sia un addio», racconta in lacrime Inna Bovt, originaria di Kharkiv, dopo l'ultima telefonata ricevuta poche ore prima dalla figlia 24enne che «lavora in una raffineria e negli ultimi giorni ha lavorato sotto i bombardamenti».

La donna aggiunge un altro dettaglio drammatico: «Mia nipote è una bambina diabetica, ma da giorni è costretta a vivere con suo padre, mio fratello, e il resto della famiglia in un rifugio sotterraneo senza le medicine. Non so quanto potrà resistere. L'Italia e la Nato ci aiutino ora».

Katia è originaria di Sumy al confine con la Russia, non si dà pace e piange: «I russi hanno invaso e bombardato due case, distruggendole. Lì vivono ancora mio padre, mia nonna e i miei cugini. Io vivo e lavoro in Italia da 10 anni. Mia madre invece vive e lavora in Russia, a Ivanovon, da molti anni e così quando tornerà a casa sarà pure vista come traditrice. È questo il paradosso della guerra: ci mette gli uni contro gli altri e chissà se potrà mai rientrare nella sua casa».

Anche sua sorella vive in Russia: «Il marito di una sua collega 25enne è stato inviato a combattere in Ucraina. Dovrà sparare e uccidere quelli che fino a ieri erano suoi amici. È assurdo».