Appartamento trasformato in centro di accoglienza, due ascolani a processo

L’ipotesi di reato per cui si procede è di abuso edilizio per i lavori svolti nell’abitazione e di molestie. I fatti avvenuti tra il 2017 e il 2018

E’ entrato nel vivo il processo a carico di due ascolani per la vicenda dell’appartamento in via Pretoriana che era stato trasformato in un vero e proprio centro di accoglienze per extracomunitari. Inizialmente erano tre le persone indagate dalla Procura che ha isolato la posizione di due. L’ipotesi di reato per cui si procede è di abuso edilizio per i lavori svolti all’appartamento e di molestie. Ieri il giudice Matteo Di Battista ha sentito gli agenti della municipale che si sono occupati a vario titolo della vicenda fra il 2017 e il 2018. I residenti degli altri appartamenti dell’immobile non ne potevano più: via vai di gente a tutte le ore, rumori molesti che provenivano da quell’appartamento occupato da nordafricani richiedenti asilo, odori fastidiosi e in alcuni casi addirittura nauseabondi, probabilmente a causa di una cattiva gestione dei rifiuti. A seguito dell’esposto presentato dai condomini, la Procura di Ascoli ha aperto un’inchiesta per le ipotesi di reato di abuso edilizio per i lavori svolti all’appartamento e di molestie. Il sostituto procuratore Cinzia Piccioni ha emesso un decreto di citazione diretta a giudizio a carico del primo proprietario e della responsabile della Misericordia all’epoca dei fatti, una donna di 33 anni. E’ stato sentito anche l’amministratore di condominio che ha ricostruito il contesto in cui sono maturati i fatti, in un clima che ha tenuto conto anche di aggressioni ad extracomunitari che erano precedentemente avvenute e che avevano turbato l’opinione pubblica. Nel corso della prossima udienza fissata al 19 aprile 2021 verrà invece sentito Guido Castelli, all’epoca sindaco di Ascoli. L’appartamento era stato affittato da un 65enne ascolano alla Misericordia che lo destinava a ospitare stranieri. Vennero fatte modifiche per consentire di ospitare il maggior numero di persone possibile. Successivamente il proprietario lo vendette ad un ascolano 62enne, perfettamente a conoscenza che era locato alla Misericordia e che vi erano ospitati migranti a spese dello Stato italiano. Quest’ultimo ha poi chiesto di riavere la disponibilità dell’appartamento visto che la Misericordia non pagava la somma che era stata messa nel contratto di locazione; il problema era che la Misericordia non pagava in quanto non riceveva i soldi dallo Stato. Riconoscendo comunque il difetto restituì l’appartamento al legittimo proprietario.

Peppe Ercoli