VALERIA EUFEMIA
Cronaca

Babbo Natale 'fascista' ad Ascoli, scoppia la polemica

Pupazzo fa il saluto romano, l'indignazione di Anpi e Sardine. Il proprietario: "Non sono stato io, mi hanno fatto uno scherzo"

Ascoli, il Babbo Natale 'fascista' fa il saluto romano in via Mari

Ascoli, il Babbo Natale 'fascista' fa il saluto romano in via Mari

Ascoli Piceno, 19 dicembre 2019 - Il colore simbolo del Natale, si sa, è il rosso. Eppure ad Ascoli, di primo acchito, è sembrato essere il nero. Questo, almeno, è quanto è venuto da pensare ai tanti passanti che oggi si sono improvvisamente trovati di fronte a un Babbo Natale dalla postura alquanto insolita. Il manichino, con al collo una sciarpa dell'Ascoli calcio, capeggiava all'inizio di via Erasmo Mari, nel quartiere noto come 'Li Callare', dove alcuni si sono imbattuti in un Babbo Natale 'fascista' (foto). Si, perché il pupazzo aveva proprio il braccio destro alzato: in poche parole stava facendo il saluto romano.

La cosa ha generato tanta indignazione, soprattutto da parte del movimento delle Sardine e della sua portavoce ascolana, Ilaria Chiovini, che dopo aver visto lo scempio ha subito condiviso un post sulla pagina Facebook del gruppo. «Questo è quello che accade ad Ascoli – ha scritto -. Poteva succedere ovunque, e invece proprio qui. Nella città in cui le rievocazioni fasciste sono goliardate e parlarne è uno spreco di tempo, in cui la parola fascismo è ormai folklore e gli ascolani ne hanno le tasche piene di queste chiacchiere. Nella città in cui succede tutto questo, ma poi si vota la cittadinanza onoraria alla Segre, forse per lavarsi la coscienza? Comunque pupazzo è chi il pupazzo fa. Questo mi sembra decisamente l'emblema».

L'allusione della Chiovini è rivolta al caso della cena organizzata lo scorso 28 ottobre ad Acquasanta Terme per celebrare la marcia su Roma, evento che ancora oggi getta un'ombra sulla città, ma calca la mano anche su un fatto avvenuto solo tre giorni fa. Il consiglio comunale ha infatti approvato all'unanimità una mozione per riconoscere la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre, atto, questo, visto come un tentativo di dissimulazione.

Eppure in via Erasmo Mari c'è chi la vede diversamente, a partire da colui che ha personalmente disposto il pupazzo, il barbiere Enzo Straccia. «Si è trattato di una ragazzata – ha detto – non sono stato io a sollevare il braccio di Babbo Natale, ma dei ragazzi che ogni anno, puntualmente, mi fanno degli scherzi. A Natale metto sempre quel pupazzo davanti al negozio, e me ne fanno sempre di tutti i colori: una volta hanno rubato gli occhiali da sole, e un'altro lo hanno addirittura distrutto». In ogni caso, tutto si è risolto quando il barbiere Enzo Straccia ha abbassato il braccio del fantoccio, che è così tornato ad essere semplicemente l'emblema delle festività natalizie. Ma c'è anche chi, con una vena di sarcasmo, avrebbe voluto che fosse lasciato così com'era. «Ero tentato di chiedergli di lasciarlo alzato – ha detto il presidente della sezione ascolana dell'Anpi, Piero Perini - perché rappresentava un simbolo, l'idea che oggi solamente un fantoccio potrebbe fare ancora il saluto romano».

Il presidente non ha mancato di lasciare un commento a margine sulla proposta di offrire la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, testimone della deportazione degli ebrei italiani e della tragedia della Shoah. «Spero che la Segre rinunci a questa cittadinanza – ha affermato – e spero che si renda conto da quale proviene la proposta. Chi commemora la marcia su Roma non si può permettere di fare simili richieste».