Bolkestein, Albano: "Difendere i nostri chalet"

La deputata meloniana sul ricorso che verrà presentato dal suo partito contro la direttiva Ue: "Il termine del 2023 è inaccettabile"

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Caso Bolkestein: Fratelli d’Italia presenterà un ricorso per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, in seguito alle recenti sentenze del Consiglio di Stato. I meloniani sambenedettesi si fanno sentire attraverso l’onorevole Lucia Albano, che spinge affinché il governo Draghi apra un contenzioso con la Commissione Europea atto a rivedere il pronunciamento dei massimi giudici amministrativi del Paese. "Le sentenze del Consiglio di Stato hanno disapplicato la legge 145 del 2018 approvata dal parlamento – dice la deputata – e hanno fissato la data di scadenza delle concessioni attuali al 2023. Decisioni che, per Fratelli d’Italia, sono inammissibili. Chiediamo quindi al nostro governo, di far valere le ragioni dei nostri imprenditori balneari davanti alla Commissione Europea". Da mesi, sul tema, tiene banco lo stesso adagio: il comparto balneare italiano rischia di essere messo in ginocchio dall’applicazione della direttiva Bolkestein. Per anni gli operatori del settore hanno atteso la fatidica proroga di 15 anni delle concessioni. Ma lo scorso 12 novembre una sentenza del Consiglio di Stato entrava a gamba tesa sull’intero processo, stabilendo che tutte le concessioni attualmente in vigore sarebbero terminate il 31 dicembre 2023. Dal 1° gennaio 2024, pertanto, le concessioni dovranno essere sottoposte a procedura di evidenza pubblica, aprendo così le porte alla concorrenza europea. La sentenza accendeva la miccia della rivolta, con a capo il presidente dell’Itb Giuseppe Ricci, nuovamente sul piede di guerra contro quello che è considerato un sopruso da parte dell’istituzione sovranazionale. Le rimostranze, infine, sono sfociate nella richiesta di ricorso da parte dei meloniani.

"Ho incontrato numerose volte i gestori degli stabilimenti balneari – continua la Albano - e ho potuto ascoltare da vicino le loro esigenze. È inammissibile che lo Stato decida di mandare all’asta gli stabilimenti dopo aver costretto i gestori ad adeguarsi alle normative vigenti a proprie spese. Questi investimenti importanti non possono essere ignorati. Chiediamo che il governo non subisca i diktat di un’Europa sorda a legittime istanze e si impegni a tutelare le imprese, i lavoratori e le eccellenze italiane. Ci auguriamo, inoltre, che le nostre interlocuzioni trovino il supporto delle forze di centro destra che fanno parte dell’esecutivo".

Giuseppe Di Marco