Botte ai carabinieri, fermato con il Taser

L’uomo dovrà stare in una struttura sanitaria come disposto dal giudice. A marzo, dopo una lite, aveva anche tirato fuori il coltello

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Dovrà stare in una struttura sanitaria il marocchino che ad agosto scorso aggredì i carabinieri che per renderlo inoffensivo dovettero usare il Taser. I carabinieri della stazione di Ascoli, su disposizione della Procura, hanno infatti dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura di sicurezza provvisoria disposta dal giudice per le indagini preliminari nei confronti del cittadino marocchino che, a metà agosto, reagendo con ferocia ai militari che dovevano eseguire un altro provvedimento del tribunale, si era scagliato contro di loro, prima colpendoli con calci e pugni per poi sferrare, con un coltello acuminato, ripetuti fendenti tanto da rendere necessario l’utilizzo della pistola ’Taser’ per fermarlo e metterlo in condizioni da non nuocere a se stesso ed agli altri. Si tratta di un dispositivo classificato come ’arma non letale’ che fa uso di impulsi elettrici per impedire i movimenti del soggetto colpito facendone contrarre i muscoli. La misura di sicurezza, provvedimento limitativo della libertà personale previsto dal nostro sistema penale per soggetti ritenuti socialmente pericolosi, è stata proposta dalla Procura di Ascoli ed è stata pienamente condivisa dal Gip del locale tribunale.

L’uomo, infatti, era già ben noto sul territorio per diverse intemperanze e comportamenti aggressivi che avevano più volte richiesto l’intervento dei carabinieri e della polizia di Stato. Il giudice Annalisa Giusti lo ha sottoposto venerdì ad interrogatorio per un altro fatto avvenuto il 14 marzo scorso ad Ascoli quando il marocchino si era scagliato contro un connazionale. Lo aveva afferrato per il cappuccio della felpa iniziando a colpirlo con schiaffi al volto. Poi è andato oltre; ha tirato fuori dalla tasca un coltello sferrando un colpo in direzione della giugulare. Per mera fortuna la ferita provocata alla vittima è stata di lieve entità. Difeso dall’avvocatessa Marica Martoni, il marocchino davanti al giudice ha negato di aver utilizzato un coltello, dichiarando di avere solo avuto una lite con l’amico. L’episodio gli è valsa comunque l’accusa di lesioni aggravate, con l’ulteriore aggravante dell’uso di un’arma da taglio, il coltello. Il marocchino, che dall’episodio di agosto era ricoverato presso una struttura sanitaria della provincia, è stato condotto presso una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), struttura sanitaria di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali e ritenuti socialmente pericolosi.

Peppe Ercoli