‘C’era una volta Shanghai’ Ricordi su Porta Cappuccina

Il libro di Erminia Tosti Luna ed Elena Fiocchi: "Ci ha visto crescere"

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Storie, ricordi e testimonianze riferite a un luogo che ha visto crescere tantissimi ascolani. Un posto che tanti portano ancora nel cuore. Una zona, quella denominata ‘Shanghai’, a Porta Cappuccina, che ha ancora tanto da raccontare. Soprattutto alle nuove generazioni, che non conoscono i tanti aneddoti relativi a un quartiere popolare che, nonostante il trascorrere degli anni, continua ad esercitare il proprio fascino. A raccoglierli, questi aneddoti, è stata la scrittrice e giornalista ascolana Erminia Tosti Luna che, insieme all’insegnante Elena Fiocchi, ha da poco pubblicato il libro intitolato ‘C’era una volta Shanghai a Borgo Solestà’. In varie località italiane, nella prima metà del Novecento, vennero denominati ‘Shanghai’ quei quartieri caratterizzati da basso livello edilizio, con case popolari talvolta sottodimensionate rispetto al numero delle famiglie assegnatarie. Erano zone considerate, a torto, covi di degrado sociale ed emarginazione, forse pregiudizi in atto in quegli anni verso la Cina, dove si riteneva appunto che le città fossero sovraffollate, con quartieri abitati da categorie di esclusi ed emarginati. "Shanghai ci ha visto crescere – racconta Erminia Tosti Luna –, dove abbiamo trascorso l’età più bella tra i giochi e lo studio: l’orto, oggi giardino pubblico, sul quale si affaccia la casa in cui sono nata, si salvò miracolosamente dalla demolizione. Vi sono vissuta sino al 1969, quando il lavoro mi ha portato nel Veneto". Nel libro, scritto a quattro mani dalle due autrici, vengono riportate anche delle straordinarie e inedite foto dell’epoca, raffiguranti anche i personaggi che caratterizzavano il quartiere. Il tutto, poi, arricchito anche dalle poesie dello storico console di Porta Solestà, Emilio Nardinocchi. Insomma, un vero viaggio all’indietro nel tempo.

Matteo Porfiri