"Così Mazzone scelse di puntare su di me"

Il 9 giugno 1974 la storica cavalcata in massima serie. Grassi: "Uno dei ricordi pù belli, ora il Picchio deve rialzarsi subito"

"Così Mazzone scelse di puntare su di me"

"Così Mazzone scelse di puntare su di me"

In attesa dell’ultimazione dei lavori in via delle Zeppelle dove da qualche mese sono comparse alcune scritte lungo la nuova pavimentazione dei marciapiedi della ‘Via del calcio spettacolo’ come fu ribattezzata all’indomani della prima promozione in Serie A, l’Ascoli Calcio festeggia oggi proprio i 50 anni da quella prima storica promozione in massima serie. Il 9 giugno 1974, 50 anni fa, infatti i bianconeri del Presidentissimo Costantino Rozzi e di Mister Carletto Mazzone, conquistarono con una giornata di anticipo l’aritmetico salto di categoria. Tra i grandi protagonisti di quella straordinaria cavalcata che portò il Picchio dalla Serie C alla Serie A, c’era il portiere Marcello Grassi che qui tra le Cento Torri il 1° Gennaio 1974 ha visto nascere anche sua figlia.

Grassi che ricordo ha di quella prima storica promozione in Serie A?

"E’ uno dei ricordi più belli della mia carriera da calciatore e ancora oggi, ripensandoci mi emoziono. Quel giorno contro il Parma dovevamo vincere. Non avevamo mai perso durante tutto il campionato. Finì in pareggio ma quando dalle radioline arrivò la notizia della sconfitta del Como arrivò la matematica certezza che ce l’avevamo fatta. Ci fu una pacifica invasione di campo per una promozione che in realtà avevamo strameritato perdendo solo tre gare in tutta la stagione. La vera festa ci fu qualche settimana dopo con tutta la città colorata di bianconero, ma quel 9 giugno 1974 è una delle mie date indimenticabili".

Una squadra composta da tanti giocatori forti da Campanini a Gola, da Perico a Castoldi, da Scorza a Zandoli: a Calisti chi secondo lei è stato il più importante?

"Era un grande gruppo e anche chi ha giocato meno, ha sempre dato il massimo li ricordo tutti con grande entusiasmo. Faccio un nome che nessuno ripete mai, ma che è stato fondamentale: il mio vice Pier Luigi Masoni. Un ragazzo eccezionale, un portiere molto bravo, importantissimo negli equilibri dello spogliatoio. Io arrivai nell’estate del 1973 ad Ascoli con un problema al ginocchio a causa di una distorsione, non ero al top e nelle prime cinque gare partii dalla panchina. Poi dalla sesta giornata mister Mazzone decise di puntare su di me e rimasi titolare fino al termine del torneo. Masoni fu comunque sempre al mio fianco e tra noi nacque un bellissimo rapporto".

Impossibile non parlare dell’attualità: ha sofferto per l’amara retrocessione dell’Ascoli in Serie C?

"Abbiamo una domanda di riserva? Ho sofferto tantissimo. Ho il mio amico Attilio lì ad Ascoli con cui praticamente ci sentiamo tutti i giorni. Dopo la retrocessione è passata più di una settimana prima di richiamarlo. Non avevo voglia di sentirlo, di parlare dell’Ascoli perché mi ha fatto veramente male vedere i bianconeri tornare in Serie C. Sono andato a vedere la partita a La Spezia e avevo sperato che dopo la vittoria di Terni le cose potessero cambiare. Abbiamo buttato troppi punti, perché salvarsi non era impossibile. Ora spero in una Serie C da protagonisti".

Valerio Rosa