Dall’ergastolo alla libertà: "Niente prove evidenti"

E l’Asur delle Marche ha chiesto la restituzione dei soldi ai parenti delle vittime

Dall’ergastolo alla libertà: "Niente prove evidenti"

Dall’ergastolo alla libertà: "Niente prove evidenti"

Erano proprio i risultati degli esami di laboratorio dei prelievi effettuati sugli anziani ospiti della Rsa di Offida a costituire la parte predominante dell’impianto accusatorio del procuratore di Ascoli Umberto Monti. Escludendoli dal processo in quanto inutilizzabili per violazione del diritto alla difesa dell’imputato Leopoldo Wick, per i giudici della Corte d’Assise di Appello di Ancona si è configurata "la mancanza assoluta di prova della colpevolezza" dell’infermiere ascolano che quindi è stato assolto dopo che in primo grado di era visto comminare l’ergastolo. In tutte le fasi processuali l’inutilizzabilità di quelle prove è stata sostenuta dagli avvocati difensori, Francesco Voltattorni e Tommaso Pietropaolo per Wick, l’avvocato Gianfranco Iadecola per l’Asur delle Marche che dopo la sentenza di primo grado aveva pagato circa 800mila euro di risarcimenti a titolo di provvisionale ai familiari degli anziani, ai quali l’azienda sanitaria ha ora chiesto la restituzione. Wick era infatti stato riconosciuto colpevole dalla Corte d’Assise di Macerata di 7 degli 8 casi di omicidio contestati e di uno dei 4 casi di tentato omicidio; era stato assolto per un caso di omicidio e per i restanti 3 di tentato omicidio. In Appello è stato assolto per tutti i capi di imputazione. I suoi legali durante il processo hanno dato il consenso all’acquisizione degli elaborati scritti dai consulenti prima del loro esame, ma per i giudici di secondo grado "ciò non equivale a dare il consenso alla acquisizione dei dati e dei risultati utilizzabili per la successiva perizia", avendo contestualmente sostenuto che erano "indebitamente transitati nel fascicolo del dibattimento attraverso l’incidente probatorio, nel corso del quale i prelievi ematici effettuati dai medici necroscopi nell’immediatezza dei decessi erano stati impiagati ai fini degli esami tossicologici". In merito alla ripetibilità degli accertamenti, dagli stessi periti è per altro emerso durante il processo che avevano trovato i campioni prelevati "decisamente alterati, presentando evidenti coaguli che inevitabilmente rendevano il campione disomogeneo".

Per quanto riguarda i casi di tentato omicidio, la Corte d’Assise di Appello rileva che "non vi sono prove evidenti della responsabilità dell’imputato. Non vi è per altro esatta e rigorosa coincidenza tra la presenza nella Rsa di Wick e l’insorgenza delle crisi, tenuto conto dei tempi ristretti (1/2 ore) di effetto dell’insulina".

Peppe Ercoli