Falsi Green pass, indagini chiuse Ecco cosa rischiano tutti i coinvolti

Archiviazione per 16, al dottor Rossi sono contestati i reati di peculato e tentata truffa ai danni dello Stato

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La Procura di Ascoli ha chiuso il cerchio sulle indagini riguardante il giro di Green pass falsi che a inizio 2022 ha portato all’arresto del dottor Giuseppe Rossi, di un altro ascolano, Maurizio Strappelli, e a indagare altre 72 persone accusate di aver dato al medico 100 euro per ottenere la certificazione verde senza essersi sottoposti a vaccinazione contro il virus Covid 19. Il procuratore Monti e il sostituto Flaiani hanno notificato l’avviso avviso di chiusura delle indagini a Rossi, Strappelli e a 56 delle 72 persone inizialmente indagate; escono dunque di scena 16 soggetti per i quali la magistratura ha disposto l’archiviazione dell’inchiesta.

Al solo Rossi sono contestati il reato di peculato e tentata truffa ai danni dello Stato per i soldi incassati dal Servizio sanitario nazionale, nonostante si fosse disfatto dei vaccini gettandoli nell’immondizia. Il medico deve rispondere anche di falso ideologico, falso materiale commesso da pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio in concorso con tutti gli altri indagati. Strappelli e altri tre soggetti sono accusati pure di aver avuto un ruolo di intermediari. Rossi e Strappelli sono accusati di tentata truffa ai danni dello Stato anche in relazione al fatto che il medico avrebbe procurato a Strappelli un certificato medico consentendogli la percezione indebita dell’indennità di malattia. A seguito dell’avviso di chiusura delle indagini, tutti gli indagati hanno ora 20 giorni di tempo per depositare memorie difensive o chiedere di essere interrogati dalla polizia giudiziaria. All’esito la magistratura ascolana deciderà se chiedere nei confronti dei singoli indagati il rinvio a giudizio o archiviare l’inchiesta. Alla luce delle risultanze dell’inchiesta, la posizione più delicata è quella del dottor Rossi, l’unico che deve rispondere di peculato, reato che nei mesi scorsi era stato contestato anche agli altri indagati; alla luce del fatto che questa accusa nei loro confronti è stata rimossa possono tirare un sospiro di sollievo. Al netto del fatto di dichiararsi innocenti, in caso di condanna la pena per loro sarà contenuta in misura sufficiente ad evitare il carcere, rischio che invece corre il medico ascolano.

Peppe Ercoli